Monthly Archives: Marzo 2016

La difesa del comparto suinicolo è stata di recente presa a cuore da parte di Progetto Nazionale. Sinceramente non ricordiamo nessuna forza politica che abbia mai parlato di suinicoltura. Dal sito di Progetto Nazionale abbiamo appreso un’analisi lucida, completa ed incisiva sulla crisi del comparto suinicolo italiano. Auspichiamo vivamente che anche altre forze politiche parlino dei reali problemi che tutti i comparti del settore primario stanno attraversando. L’Italia è uno dei più importanti produttori comunitari di carni suine (insieme a Germania, Francia, Spagna, Polonia, Danimarca e Olanda), ma da qualche anno il settore suinicolo nazionale sta attraversando una crisi drammatica (soprattutto in relazione alle carni di pregio), con aziende che continuano a chiudere i battenti in Emilia-romagna, in Veneto, in Friuli Venezia Giulia, in Lombardia, in Piemonte, in Toscana… I dati ci indicano una continua e sensibile diminuzione degli allevamenti e dei capi allevati, con ricadute pesantissime nel mercato occupazionale che…

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Le parole di sdegno hanno un limite quando la speculazione prevarica sull’umanità, sulla coerenza e sulla concorrenza leale (se mai c’è stata in questo settore), siamo al tracollo definitivo, il MIPAAF ha fallito, al solito, innaffiare soldi su un terreno arido non ha che favorito la speculazione, aumentando le produzioni e quindi abbassando ancora il prezzo. Gli industriali non sembrano proprio dell’idea di scendere a patti ed i Sindacati, di fatto non esistono, non una parola. (Milano, 30 marzo) “Nei limiti delle disponibilità del bilancio regionale e in accordo con tutte le parti coinvolte nella filiera, mi riservo di proporre, in una prossima seduta di giunta, eventuali ulteriori misure che si ritenessero necessarie al fine di evitare situazioni drammatiche, che potrebbero portare a conseguenze non preventivabili tanto sul mercato quanto per le  imprese lombarde”. Si conclude così l’informativa di giunta illustrata oggi a Palazzo Lombardia al governatore Roberto Maroni, dall’assessore…

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Il gusto della carambola è un misto di diversi frutti, come limone, ananas, prugna, papaya. Il frutto della Carambola si riconosce facilmente per la sezione a stella a cinque punte una volta tagliato a fette, ha un bel colore giallo-arancio e possiede anche notevoli proprietà nutrizionali che vale la pena scoprire. L’Averrhoa Carambola o Star fruit è un albero originario dello Sri Lanka, dell’India e diffuso in tutto il Sud-est asiatico, viene coltivato anche in Brasile, Ghana e nella Polinesia francese. Il frutto a maturazione ottimale, ha un bel color giallo-arancio. Nei luoghi di origine viene consumato anche verde, spremuto nelle pietanze come un limone o a fette nelle insalate. E’ una pianta molto delicata, tipica dei climi tropicali, ma riusciamo a mantenerla anche in Sicilia se riparata bene. Il gusto della carambola è un misto di diversi frutti, come limone, ananas, prugna, papaya. Esistono due varietà di carambola: a…

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Gettiamo la maschera una volta per tutte! Gli unici a volere veramente una seria etichettatura, comprensiva dell’origine del prodotto, sono i consumatori ed i singoli produttori. Il consumatore, a meno che non si organizzi in no profit o faccia manifestazioni spontanee eclatanti, verrà sempre accontentato con promesse da parte di ogni colore politico o magari con le solite buone intenzioni raccontate dal personaggio televisivo del momento. I singoli produttori vedono nell’etichettatura l’unico modo per uscire dal vero e proprio pantano in cui si trovano. Prodotti svenduti o addirittura regalati all’industria ed alla grande distribuzione. Azzeramento del proprio futuro e quello dei propri figli. Debiti da pagare senza entrate perchè il prezzo dei propri prodotti è inesistente. Gli industriali, spesso con carta identità straniera, vogliono fare il bello ed il cattivo tempo. Grazie a vuoti legislativi ed a buone campagne di marketing è possibile trasformare un prodotto straniero in uno italiano,…

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Mentre tutti festeggiano la nascita del monopolio della macellazione italiana, gli allevatori saranno posti davanti a gravi difficoltà. La nascita di queste realtà porterà a breve ad un allungamento dei tempi di pagamento del bestiame fornito dagli allevatori e anche dei beni e servizi erogati dai fornitori; infatti la contrattazione dei piccoli imprenditori si dissolve, come burro al sole, se posta davanti a colossi economici. Dopo aver pagato o meglio sottopagato per anni i tori forniti dagli allevatori italiani, i macelli ora si trovano ad acquistare capi all’estero perchè gli allevamenti nostrani hanno cessato l’attività. Continuando di questo passo le vacche fine carriera verranno letteralmente regalate ai macellatori con buona pace del silenzio delle sindacali. E l’Antitrust? Scomparso sotto il sole del Qatar! CASTELVETRO Sta per essere annunciata l’acquisizione da parte del Gruppo Cremonini di Castelvetro, tramite l’azienda Inalca, della reggiana Unipeg, la prima cooperativa dello stesso settore in Italia.…

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In questo marasma di politici e pseudo-tecnici incapaci a gestire la grave crisi economica e produttiva delle nostre eccellenze agroalimentari la nostra Associazione si prende la responsabilità, davanti a tutti voi, di fare delle proposte serie e concrete per rilanciare il prezzo. L’unico parametro che le sindacali e il mondo politico dovrebbero considerare è quello del prezzo dei prodotti alla campagna; solo se c’è un’adeguata remunerazione ci potrà essere attività imprenditoriale e futuro occupazionale. In sintesi ecco le nostre proposte: ETICHETTATURA -Definire obbligatoriamente l’origine del prodotto sia davanti alla confezione sia sul retro della confezione stessa; -Definire obbligatoriamente se il prodotto ha origine da un semilavorato (cagliata, concentrato) straniero; -Impedire l’utilizzazione del tricolore sulle confezioni del prodotto straniero; -Stabilire anni 5 di reclusione e chiusura dell’attività per chi ricorre alle truffe e contraffazioni alimentari. BORSA MERCI Modifica dei regolamenti delle quotazioni dei prodotti agricoli. In caso di mancato accordo tra…

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Quanti di voi sapevano che il Governo attuale ha fermamente aiutato l’industria petrolifera e disarmato l’industria del fotovoltaico? Grazie a Repubblica possiamo leggere un’inchiesta che lascia assolutamente sconcertati. ROMA – Nelle sedi internazionali da anni l’Italia si impegna a tagliare le emissioni di gas serra prodotte in larghissima parte bruciando combustibili fossili. Ma nel frattempo il governo aumenta i contributi ai combustibili fossili: siamo passati dai 12,8 miliardi del 2013 ai 13,2 miliardi di dollari del 2014. Il dato viene dal Fondo monetario internazionale ed è stato ripreso nel rapporto di Greenpeace Rinnovabili nel mirino. Gli incentivi a petrolio, carbone e gas crescono, quelli alle fonti rinnovabili diminuiscono. Nel 2012 erano entrati in esercizio quasi 150mila nuovi impianti fotovoltaici, mentre nel 2014, anno di insediamento del governo Renzi, i nuovi impianti entrati in esercizio sono stati appena 722. Non va meglio con i posti di lavoro: secondo uno studio redatto…

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L’arroganza francese non ha freni, per non dire non ha più limiti ! La mancanza di rispetto dimostrata verso un’alta carica istituzionale la dice lunga sulla considerazione che hanno i dirigenti di una multinazionale verso chi lavora duramente ogni giorno per difendere un settore fortemente a rischio chiusura. Agricolae pubblica la divergenza nata a distanza su facebook tra Fava e Dall’Asta. Sabato santo ma non di pace tra l’assessore all’Agricoltura della regione Lombardia Gianni Fava e il direttore di Italatte Galbani, Alberto Dall’Asta. Oggetto della disputa: l’ospedale Oglio Po. Tutto è partito dalla frase dell’assessore con cui spiega su facebook che “ci sono persone che chiacchierano poco e che fanno cose importanti, altre che chiacchierano e basta e altre ancora che non si accontentano di chiacchierare e sono sistematicamente pronti a denigrare e distruggere tutto”. A rispondere è stato Alberto Dall’Asta. Proprio lui, il direttore di Italatte Galbani che fa capo…

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Il Movimento Riscatto e la Rete Dei Municipi Rurali chiedono al governo di dichiarare lo “Stato di crisi” e annunciano lo “Sciopero nazionale per la terra” #Cambiareverso. Questo è il grido di rabbia levatosi durante la manifestazione interregionale organizzata dal Movimento Riscatto e dalla Rete Dei Municipi Rurali, che nelle prime ore del giorno 14 marzo ha visto protagonisti, radunati nel parcheggio del Centro Commerciale Ipercoop di Matera-Borgo Venusio, 300 trattori provenienti da diverse città della Puglia e della Basilicata; non ancora del tutto archiviata la questione dell’Imu Agricola, gli attivisti di Riscatto, mettono nuovamente i trattori in strada, questa volta per chiedere sia al Governo centrale sia ai Governi Pugliesi e Lucani, di dichiarare lo “STATO DI CRISI” dell’ intero comparto agricolo, proseguendo di fatto la lunga serie di vertenze incominciate esattamente un anno fa. Il 14 marzo, all’ombra del Consiglio Europeo dei Ministri dell’Agricoltura tenutosi a Bruxelles, il…

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Gli scandali sull’olio non hanno fine, o meglio le multinazionali che gettano discredito sui brand italiani continuano a lavorare indecentemente. A dare la grave notizia è Teatro Naturale. Se qualcuno pensava che gli Stati Uniti avessero avviato una guerra commerciale con l’Italia olearia dovrà ricredersi. La FDA americana, il 16 marzo 2016, ha lanciato un’allerta su alcuni lotti (5251R, 5351R e 5551R) di olio extra vergine spagnolo, a marchio Carapelli e Bertolli, venduti dalla Deoleo Usa. Gli oli erano venduti in Massachusetts, Ohio, Wisconsin, Indiana, Mississippi, Arkansas, Oklahoma, Missouri, Arizona, Alabama, New Mexico, Texas, Florida, Iowa, Maine, Illinois, Virginia, New York, Pennsylvania, e Georgia. Negli oli incriminati, su cui pende un richiamo obbligatorio, sono state trovate tracce di trifloxystrobina e tebuconazolo. Si tratta di principi attivi fungicidi sistemici, largamente utilizzati proprio dall’olivicoltura iberica in particolare contro l’occhio di pavone, la cui presenza non è però ammessa nell’olio venduto negli Usa. Come…

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