Monthly Archives: Maggio 2016

L’articolo straordinario di Vois Magazine non lascia alcun dubbio: il TTIP va fermato perchè apporterà un danno incalcolabile alle nostre Imprese. Si chiama Transatlantic Trade and Investment Partnership, meglio noto come TTIP, ufficialmente è finalizzato a «ridurre le barriere commerciali» e a «rilanciare la crescita economica per uscire dalla crisi». Dopo quasi tre anni di silenziosi negoziati, da qualche settimana, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti è finalmente al centro del dibattito internazionale. “Per Feditalimprese la firma del trattato potrebbe provocare un danno economico consistente alla già critica situazione delle piccole e medie Imprese italiane, il TTIP porterà molti agricoltori d’Europa a confrontarsi con una maggiore concorrenza e prezzi più bassi da parte dei competitor Usa minacciando le aziende agricole di tutta l’area dell’UE”. I prodotti alimenti a denominazione d’origine protetta rischieranno di essere confusi con prodotti analoghi, prodotti anche negli Usa, realizzati con norme igieniche più blande di…

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Da giorni assistiamo allo show di una parte della politica che grida contro il caporalato e le precarie condizioni lavorative presenti nel Belpaese. Ancora una volta assistiamo ad uno spettacolo mediatico che porta a vedere le cose non nella sua complessità ed interezza ma bensì rilegato ad una sola parte, quella più conveniente per l’interlocutore del momento. Come sempre si pensa a debellare il problema senza esaminare le cause che lo hanno creato. Tutti dimenticano le condizioni di sfruttamento che i nostri giovani italiani devono subire in Paesi definiti “civili” come gli Stati Uniti o l’Australia. Nessuno pensa, o vuole pensare allo sfruttamento che i nostri agricoltori vivono ogni giorno in campagna dalle nostre amate forze sindacali. Pronte a creare nuovi servizi con nomi commerciali variopinti, pronte a lievitare i costi della propria attività, i sindacati agricoli posso attingere ad un vero e proprio repertorio, opportunamente insegnato a tutti i…

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Non è una notizia fresca di giornata, è datata 16 maggio quella di QualeFormaggio.it , ma dovrebbe farci riflettere su come, dalle altre parti in Europa, si pensi più alla propria economia, piuttosto che sottomettersi supinamente alle logiche di mercato, anche se queste fossero suicida. Nell’articolo di cui sopra (che Vi riportiamo: Latte: l’Ungheria sequestra autocisterne slovacche e ceche), si mette in evidenza proprio come lo Stato ungherese metta in campo alcune pratiche di alleggerimento fiscale, come abbassare l’IVA dal 27% al 5% (e scusate se è poco) per incentivare il mercato locale, oltre a cercare una forma di boicottaggio della materia prima proveniente dall’estero. In particolare da Slovacchia e Repubblica Ceca, cercando di limitarne l’importazione. Forse potrà essere discutibile il modo, certamente il boicottaggio a prescindere non è una forma di lotta al “libero mercato” e di libera circolazione delle merci, ma forse è un buon modo per non…

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L’imprenditoria italiana agroalimentare è veramente stanca dell’attuale congiuntura economica – politica vigente nel Belpaese. L’articolo di Ugo Bertone pubblicato sul quotidiano Libero non lascia dubbi sulla situazione. Imprenditori italiani massacrati dalla burocrazia e dagli scandali bancari preferiscono guardare verso nuovi orizzonti. Amarezza, grande amarezza. Il Governo Renzi continua ad annunciare l’arrivo di multinazionali straniere senza mai illustrare le condizioni economiche ad hoc che godranno questi nuovi insediamenti come per esempio sconti fiscali e contributi a tasso agevolato o addirittura a fondo perduto. Intanto i nostri imprenditori italiani che hanno fatto la storia del nostro Paese spostano o stanno per spostare parte della propria attività all’estero, verso Paesi che garantiscono normali standard lavorativi. Ma è questo il Paese in cui vogliamo vivere? È stato, assieme alla Luxottica di Leonardo Del Vecchio, il simbolo del terzo capitalismo, ruggente e innovatore, del Nord Est. Poi, nella stagione delle privatizzazioni, il gruppo Benetton è…

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Secondi piatti MELANZANE ALLA PARMIGIANA Introduzione Le melanzane alla parmigiana sono un gustosissimo secondo. Moltissime sono le varianti che posso essere realizzate. Con mozzarella, formaggio filante, prosciutto, al forno, in casseruola, light… Insomma, un po’ per tutti i gusti. Questa è la mia ricetta: vogliamo provare?? Dosi per: 2 persone Tempo di preparazione: 20 minuti  Tempo di cottura: circa 10 minuti Ingredienti 1 melanzana abbastanza grande gr. 125 di mozzarella q.b. passata di pomodoro q.b. di olio extravergine d’oliva q.b. di farina q.b. sale q.b. pepe Preparazione Prendiamo una melanzana abbastanza grande, la laviamo e la tagliamo a strisce di circa 1 cm.  Spargiamo la farina su un piano e infariniamo entrambi i lati delle melanzane. Saliamo.  In una padella mettiamo abbondante olio extravergine d’oliva e quando inizia a friggere adagiamo le fette di melanzane. Pochi minuti di cottura per lato e successivamente a riposare su carta assorbente. In una ciotola mettiamo la passata di pomodoro…

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Perché è importante non solo in inverno Una carrellata dei principali protagonisti di frutta oleaginosa ci può aiutare a scoprire tutte le preziose virtù di questi fantastici alimenti, adatti per i nostri spuntini e per la colazione. Essendo molto calorica, la frutta “secca”, o meglio oleaginosa, è consigliata nelle merende, sia di grandi che piccoli, e quindi lontano dai pasti, non come spesso invece usiamo (erroneamente) a fine pasto. Partiamo dalle noci Pecan, originarie del Messico, sono ora coltivate anche in Italia e soprattutto in Sicilia, si presentano con guscio liscio e sottile. Utili nella prevenzione di disturbi cardiaci, sono un alimento altamente energetico poiché contengono alta quantità di lipidi “buoni”, perché sono in gran parte polinsaturi. Nello specifico sono ricche di acido alfa-che contribuisce a controllare il colesterolo cattivo (LDL) a favore di quello buono (HDL). Ricche di antiossidanti inoltre, le Pecan possono aiutare a ridurre lo stress ossidativo…

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Tutti avevano giurato di non sapere nulla, descrivendo la notizia come una bufala. Tutti i politici e tutti i sindacalisti hanno taciuto per il loro quieto vivere. Tipica situazione dove vige il proverbio popolare “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”. Secondo il progetto Copa – Cogeca (European Farmers European Agri-Cooperatives) con sede a Bruxelles dal titolo “ELENCO DI OPZIONI PER AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ ATTUALI NEL MERCATO DEL LATTE” apprendiamo che: Le disposizioni dell’articolo 222 del regolamento sull’OCM sono state rese disponibili a quelle organizzazioni di produttori, organizzazioni interprofessionali e cooperative nel settore lattierocaseario che intendono pianificare la propria produzione. Per il momento, non sembra ci siano risultati positivi, anche per via del fatto che non ci sono incentivi finanziari per questa misura. Gli Stati membri hanno la possibilità di utilizzare fondi nazionali (aiuti di stato). Tuttavia, alcuni di essi non sono in grado di trovare le risorse…

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L’annuncio è atteso nelle prossime ore. A Bruxelles tutto è pronto. Come anticipato nel nostro articolo “Soldi UE agli Allevatori che chiudono. La fine del #latte italiano” l‘UE deciderà ufficialmente di dare un sostanzioso contributo per abbattere i bovini così da ridurre il numero degli allevamenti. Sapremo importo del beneficio e procedura da seguire. I Paesi che beneficeranno maggiormente saranno la Germania e la Polonia; sull’Italia, grazie alla presenza di numerose DOP, l’impatto della misura sarà probabilmente limitato alle stalle produttrici di latte alimentare. Saranno efficaci queste misure? Sicuramente sarà l’occasione giusta per eliminare buona parte della struttura produttiva europea, di una buona parte della protesta sociale e politica oltre di riduzione degli impiegati e dirigenti negli uffici sindacali e delle strutture agricole pubbliche. Dr. Nicola Gozzoli Presidente Insieme per la Terra

In Europa, l’acquacoltura rappresenta circa il 20% della produzione di pesce, molluschi, piante e impiega circa 85.000 persone. Si tratta quasi sempre di piccole imprese costiere o di aree interne. L’acquacoltura in Europa è rinomata per la sua alta qualità, la sostenibilità e gli elevati standard per il consumatore. Na parliamo stamattina a Bruxelles con il commissario Vella a Bruxelles… Secondo me, l’acquacoltura di “qualità” riducendo la pressione sugli stock può affiancarsi alla pesca artigianale come garanzia per i consumatori e il rispetto dell’ambiente. Molto meglio di ciò che importiamo da fuori Europa (vedi miei post precedenti) di cui non conosciamo la storia ambientale e sociale, come Thailandia e Filippine, ad esempio. In Europa ricordiamoci che importiamo 4 volte i prodotti ittici che consumiamo… Da qui dobbiamo partire, ragionando sull’acquacoltura, sapendo che mangiare pesce fa bene ma bisogna mangiarlo buono e rispettando le specie e la loro sopravvivenza. Purtroppo, però,…

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Vi confessiamo che a volte ci poniamo domande a cui non riusciamo a trovare una risposta. Sarà perchè viviamo in una drammatica congiuntura economica, sarà perchè le sindacali spingono verso la nascita e la crescita di una guerra tra poveri, sta di fatto che la misura è colma. Mentre Confagricoltura sostiene la fuga lavorativa dei nostri giovani verso i rance americani, Coldiretti esulta per la decisione del Tribunale di far pagare 1 miliardo di euro al Governo nella vicenda Federconsorzi. Tutto tace sul prelievo dalle nostre tasche di ingenti somme per la revisione dei nostri mezzi agricoli. Tombale silenzio sui fallimenti delle COOP avvenuti nel Belpaese; meglio preferire l’amicizia politica che tutelare i fornitori ed gli associati coinvolti in questi crack. Questa Italia ora si chiama 3.0, giusto per essere moderni e per digerire l’olio di ricino. La GDO ricorre abbondantemente all’acquisto di prodotti alimentari stranieri, a partire da quelli…

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