#Caporalato: Chi scrive le norme non ha mai #lavorato in #agricoltura

#Caporalato: Chi scrive le norme non ha mai #lavorato in #agricoltura

Leggiamo l’articolo di Agricolae dove vengono riportati tutti gli interventi fatti dalle varie parti che sono intervenute all’Academy 2016 “Impresa e lavoro in agricoltura” e ci rendiamo conto che quelli che decideranno per noi, ci azzeccano poco con le criticità del lavoro agricolo, lo conoscono ma non così approfonditamente da poter legiferare su un problema “radicale” come quello del caporalato, che ha origini lontane nel tempo e ha una funziona sociale. Anche se è una cosa comunque negativa, permette alla gente di lavorare e agli agricoltori di poter adempiere ai compiti, senza sobbarcarsi di spese e burocrazia che non si possono permettere.

Leggiamo uno ad uno gli interventi:

Mario Guidi Presidente di Confagricoltura:

l’agricoltura emerge sui media solo come caporalato e voucher. Una criminalizzazione del settore indiscriminata e ingiusta, che getta discredito su ogni sua parte.
I dati evidenziati poi sul caporato e lo sfruttamento del lavoro lasciano alcune perplessità. Affermare che esso riguardi più di 400.000 lavoratori equivale a dire che ogni lavoratore agricolo viene reclutato in questo modo.
Non vogliamo sminuire la gravità del fenomeno -ha continuato Guidi- ma vogliamo solo ricondurlo alle sue vere dimensioni, per poterlo combattere più efficacemente. La lotta all’illegalità e all’irregolarità non può essere condotta introducendo ulteriori adempimenti a carico dei datori di lavoro, costretti a confrontarsi con una burocrazia ridondante, ma alleggerendo la pressione fiscale, semplificando e migliorando la qualità dei controlli.
Per quanto riguarda il disegno di legge sul caporalato Confagricoltura ne condivide l’intento, ma non convincono pienamente le misure del governo, che impattano fortemente sul sistema imprenditoriale agricolo e che non incidono sulle sacche di inefficienza della pubblica amministrazione.
Preoccupante appare poi l’introduzione di un criterio induttivo di valutazione della congruità della manodopera occupata, si tratta -ha dichiarato Guidi- di una misura di dubbia legittimità costituzionale è di difficile ed iniqua applicazione pratica.

Le difficoltà nel reclutar manodopera sono una delle criticità maggiori, per questo Confagricoltura ha messo a disposizione un servizio di intermediazione sul lavoro (agrijob). Confagricoltura ha poi avviato i negoziati per il rinnovo dei contratti collettivi. Con altrettanto senso di responsabilità-ha concluso Guidi- ci attendiamo che le organizzazioni sindacali siano pronte ad un sereno confronto, privo di pregiudiziali ideologiche.

In linea di massima Guidi dice giusto, l’immagine del Settore Agricolo sembra solo caporalato e lavoro nero, fa menzione al fatto che non si può aggravare ulteriormente con carico burocratico ed economico le aziende, del fatto che non è semplice reperire manodopera, poi non dice, ma si capisce che deve essere a basso costo, poichè fa riferimento alla trattativa con le Sindacali.

L’intervento del presidente della commissione Lavoro della Camera Maurizio Sacconi

“c’è un dualismo all’interno del mercato del lavoro tra iper regolazione e iper sregolazione che non riusciamo a risolvere. Vi sono troppi adempimenti, un carico troppo forte sulle parti sociali, le quali necessitano di politiche attive. Solo con strumenti sussidiari, senza ulteriori leggi ed una eccessiva burocrazia, è possibile governare il mercato del lavoro. Serve rapporto e sinergia tra controllo istituzionale e controllo sociale.

La lotta all’intermediazione illegale deve tenere presente che spesso questa fornisce strumenti più utili di quelli messi a disposizione legalmente, dobbiamo allora migliorare noi, mettendo a disposizione mezzi più efficaci. Dobbiamo partire dagli attori sociali e usare strumenti sussidiari per risolvere il problema. L’eccessiva burocrazia non serve, serve invece la presenza di rapporto tra istituzioni e parti sociali.

Servono servizi complementari, come la formazione del lavoratore ed è proprio la formazione la grande sfida dei nostri tempi. Dobbiamo riformare grande parte del mondo del lavoro. Si tratta di una sfida che per vincerla deve partire dalla domanda, e non dal l’offerta, per dare un indirizzo e una via allo sviluppo.

Il voucher -ha concluso Sacconi- è uno strumento fondamentale per far scoprire il lavoro emerso, ma è uno strumento che va governato perché si riveli davvero utile”.

Sacconi dice quello che vogliamo sentirci dire, che il sistema non è coerente, che “dobbiamo migliorare noi” nel senso che il Governo deve sistemare la legge perchè da una parte ha una regolazione esagerata ed in altri punti è completamente ad interpretazione. Ma sopratutto dice una grande verità: “La lotta all’intermediazione illegale deve tenere presente che spesso questa fornisce strumenti più utili di quelli messi a disposizione legalmente” questo significa dichiarare una grande mancanza: la conoscenza del modo agricolo. Per questo a cappello di questo articolo ho detto che chi scrive le leggi non conosce quel mondo. E poi… la formazione? La formazione costa presidente e se devi pagare il personale, il gasolio, il mutuo, il finanziamento sui mezzi agricoli, devi mangiare tu e la tua famiglia, non puoi prendere 8 centesimi di euro per un KG di pomodori. Questo è il cardine del problema!

Luigi Sbarra segretario generale della Fai Cisl

“occorre puntare sulle competenze, sull’esperienza, sulla valorizzazione del capitale sociale; serve tutelare e professionalizzare. Il comparto primario è fondamentale per la crescita e lo sviluppo del paese. Il cuore pulsante dell’agricoltura custodisce il lavoro, oltre che a generarlo. L’agricoltura produce coesione e integrazione, non dobbiamo quindi accettare l’associazione faziosa dell’agricoltura con l’abusivismo, il caporalato e la criminalità. Il settore agricolo invece è volano economico , culturale e sociale.

È necessario migliorare e incrementare i margini di guadagno per gli agricoltori che faticano con le loro aziende, dobbiamo fronteggiare con prontezza gli abusi e le criticità proprio perché si tratta di un settore fondamentale.

Organismi di controllo devono discernente bene tra aziende legali e aziende illegali, bisogna colpire in modo preciso i caporali e gli aguzzini per salvaguardare il settore e le aziende sane. Questo è il nostro grande obiettivo, tutelare e difendere i cittadini, i lavoratori e le aziende”.

Mi spiace per Luigi Sbarra ma fondamentalmente non ha detto niente di utile se non che, senza utili opportuni, nessuno può generare lavoro, nella frase centrale. Gli abusi di cui parla dovrebbero essere indicati per quello che realmente sono: quelli che fanno le multinazionali dei cibo e la GDO nei confronti degli agricoltori che, non pagando un prezzo congruo, mettono in condizione l’agricoltore di servirsi di lavoro nero a basso costo, perchè non può permettersi che quello.

Il vicepresidente della Commissione Lavoro Luigi Bobba:

“Confagricoltura rappresenta una realtà importantissima per la crescita del paese.
Si deve uscire dalla logica degli estremi che non serve ed è dannosa, e le vostre aziende risolvono questo problema con una funzione mediana. L’agricoltura è un settore vitale e in crescita, e negli ultimi due anni sono stati raggiunti importanti risultati per fatturato e valore aggiunto, oltre ad aver raggiunto un picco dell’occupazione nella fascia giovanile. Non si tratta allora di un settore residuale, è invece fondamentale per la crescita, l’occupazione e l’innovazione. Le aziende agricole rappresentano un motore di crescita, e grazie a loro ci sta una forte potenzialità di occupazione stabile.

In senato vi è la legge in discussione sul caporalato, con importanti e rilevanti norme; ma ancor più importante è l’accordo sperimentale perché si convergono  le forze dell’intero settore e di tutti i suoi elementi, verso questa battaglia. Serve severità ma non lotta indiscriminata che intacchi e danneggi le aziende in regola.
Si deve costruire rapporto duale formazione-lavoro. L’apprendistato è opportunità per le aziende, ed è una strada su cui lavora anche il governo per risolvere il conflitto scuola-lavoro e dare ai giovani competenza spendibili concretamente sul mercato del lavoro. Le aziende agricole -ha concluso Bobba- sono un fattore di crescita fondamentale per le aziende”.

Mio caro vicepresidente, lei non sa di che parla! E’ evidente che ha davanti a se quello che noi chiamiamo “Il mulino bianco”, cioè l’agricoltore con la salopette che si vede negli spot televisivi, bello pulito e sorridente. Ma quale motore di crescita? Ma quale occupazione giovanile in crescita? Parli invece di cosa non viene fatto o dato dal Governo agli agricoltori, l’apprendistato di quale scuola di quale settore?

Roberto Formigoni, presidente della Commissione Agricoltura del Senato:

“vi è un forte e costante interesse del mondo politico sul tema del caporalato. Bisogna però affrontare con ottica di equilibrio questo problema, senza intaccare le positività, che sono presenti e sono tante, di molte aziende. Dobbiamo proporre delle risposte efficaci alle aziende agricole. C’è necessità di semplificazione, la burocrazia è la più grave nemica dell’Italia, dei lavoratori e delle aziende. Ci sta un confronto permanente col mondo politico ed accoglieremo positivamente le risposte che verranno date oggi”.

A parte che “Ci sta un confronto…” da Formigoni non me lo aspetto, credo che sia una interpretazione del giornalista, poi Formigoni sta all’Agricoltura come una bicicletta sta al volo in quota e si capisce dal suo breve ed inutile intervento, poteva scrivere che per far crescere il granturco ci vuole l’acqua e forse era più utile.

Susanna Camusso di CGIL:

“ci troviamo in un periodo nel quale il governo non può e non deve solo risparmiare ma affrontare il cambiamento. Con il voucher non vi è un rapporto di lavoro strutturato, non ci sono tutele al lavoratore perché si agisce solo in un’ottica di risparmio.
Servono contratti rigidi di tutele e norme fondamentali, ci sta molto lavoro da fare ma mettiamoci d’accordo su questi principi fondamentali. C’è bisogno di un sistema di norme e controlli che garantisca la certezza, ma l’eccesso di norme non danno la certezza. È un sistema iper regolamentato ma dire soltanto semplificazione non risolve il problema.

Caporalato è problema sottostimato, è un’onta per il paese. È tema di civiltà risolvere questo problema. L’agricoltura non è tutta così ma dobbiamo intervenire, è questione che interessa tutto il paese, non il solo mondo agricolo. La legge del caporalato deve essere efficace se vogliamo vincere la battaglia, allora tocca discuterne e affrontare insieme i punti deboli della legge. Ognuno si assuma responsabilità per risolvere il problema, è priorità dell’Italia tutta”.

Dalla Camusso non potevi che aspettarti un intervento di questo genere, mancava solo parlasse di “tempo indeterminato” e di prepensionamento e eravamo a posto. Lo si capisce dall’inizio di questa frase: “Servono contratti rigidi di tutele e norme fondamentali”, poi parla di semplificazione, levare burocrazia, che il caporalato è un’offesa al lavoro e un problema di civiltà e di battaglie da vincere. Ce lo lasci dire Segretario Camusso, non serve il bastone per terrorizzare le aziende agricole, anzi, provate a parlare senza innalzare i soliti muri che non portano a niente, provate a costruire un contratto appositamente studiato con il Governo e con l’INPS dove si possa creare lavoro legale senza uccidere economicamente chi lo deve usare. Burocrazia minima, tassazione minima, contributi pensionistici certi perchè lavoro altamente usurante ed elasticità temporale. Ammortizzatori sociali nei periodi di ferma, possibilità di licenziamenti senza incorrere in sanzioni o blocchi delle assunzioni per anni ed anni, piuttosto favorire l’uscita con una buona uscita adeguata al tipo di lavoro. Se avete permesso alle industrie italiane (e sono moltissime ancora oggi che lo fanno, vedi Ilva e Fiat) di fare della cassa integrazione un modo di far pagare allo Stato i dipendenti in caso di rallentamento del mercato (ed anche non), non vedo perchè non farlo anche per l’agricoltura, magari in modo agevolato.

Infine il Presidente dell’Inps Tito Boeri:

“Il settore agricolo ha proprie specificità, come la stagionalità del lavoro, ma questo non deve significare eccezionalità. Non possono esserci rapporti diversi rispetto le altre aziende. Dobbiamo quindi spingere verso una maggiore stabilità il lavoro agricolo, puntare su stabilizzazione, questa è la strada da seguire.
Quello agricolo è un settore specifico ma non eccezionale, dobbiamo applicare le stesse norme anche al mondo agricolo per poterlo maggiormente aiutare. Si devono perciò applicare i metodi utilizzati altrove anche in questo settore.
Vi è una presenza di lavoro nero e lavoro fittizio in agricoltura, servono norme uniformi per migliorare i controlli. È necessario affrontare di petto i problemi della regolarità con trasparenza, norme e controlli”.

Strano che Boeri, nonostante la sua competenza, dica delle cose impossibili da attuare e delle banalità di questo genere, non è possibile adeguare le necessità del mondo agricolo ad esempio a quello commerciale o a quello industriale. C’è la stagionalità, il lavoro è quasi sempre all’esterno, ha criticità di infortuni ben differenti da quelli di un impiegato al PC, automazione bassa e non necessariamente c’è bisogno di una specializzazione per compiere le attività agricole, anche se ben utili.

Per combattere il caporalato, bisogna creargli concorrenza. Sembra banale ma è così, non abbassando ancora il “costo” del lavoro perchè sarebbe sciocco, ma mettendo a disposizione delle aziende agricole, una serie di interventi statali che rendono inutile il lavoro nero o comunque lo fanno diventare poco attraente dall’imprenditore agricolo. Per fare un esempio, nessuno rischierebbe multe e galera per risparmiare pochi Euro al giorno, quando con quasi la stessa cifra puoi stare nella legalità e lo stesso operatore si sentirà più tutelato con un contratto reale, contributi pagati, tutele, etc.

Quindi i Signori del Governo dovrebbero “scendere a patti” e creare un ambiente che sia impermeabile al malaffare semplicemente rendendo il lavoro legale più vantaggioso. Evitiamo inutili proposte tipo Partite IVA o cose simili, ci vuole un “qualcosa” simile al sistema dei voucher che difatto hanno regolarizzato parecchio lavoro nero, quindi la formula è giusta, basta solo applicarla a qualcosa di più stabile.

Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra