Etichette Alimentari, ma come si leggono? – Prima parte

Etichette Alimentari, ma come si leggono? – Prima parte

Più volte nella nostra pagina Facebook, ci hanno chiesto lumi su come leggere le etichette sui prodotti alimentari (in questa rubrica, parleremo solo di queste poichè è quello di cui ci occupiamo maggiormente), in effetti non sembra così semplice leggere le intrigate tabelle, elenchi in sigle e codici che non rendono sicuramente chiaro che tipo di cibo viene messo nei nostri piatti.

Speriamo di riuscire a mettere un po di chiarezza con questo articolo.

COSA DEVONO INDICARE?

Dall’anno 1982 è obbligatorio per legge recare in etichetta l’elenco degli ingredienti, in modo chiaro e visibile. Dopo un decennio, finalmente arriva il Decreto Legislativo n° 109 del 27/01/1992, che è il testo vigente e stabilisce i criteri per le etichette dei prodotti alimentari preconfezionati, rivisto poi con il Decreto Legislativo 23 giugno 2003, n. 181.

Iniziamo allora col vedere cosa dovrebbe contenere un’etichetta alimentare a norma di legge:

  • Denominazione di vendita
  • Ingredienti
  • Additivi
  • Quantità
  • Scadenza, conservazione e utilizzo
  • Produttore
  • Lotto del prodotto

Denominazione di vendita o detto in altre parole Descrizione del prodotto è il nome che il produttore ha dato al suo prodotto, ovviamente può essere anche dato un nome di fantasia, ma deve comunque essere chiaro cosa si sta comprando, magari scritto di lato (farina 00, pane, formaggio, ecc.) in modo che chi acquista non sia tratto in inganno.

Gli ingredienti sono banalmente le “sostanze” contenute nel prodotto (deve essere comprensivo di additivi ed acqua, se quest’ultima supera il 5%), devono essere elencati in ordine di peso decrescente: quindi il primo ingrediente è quello più presente, a seguire gli altri fino ad arrivare al meno presente. Nel caso trovassimo la dicitura “in proporzione variabile” vuol dire che nessuna sostanza è prevalente rispetto alle altre. Dall’ultima applicazione del DL 181 del 23/06/2003, è necessario anche indicare la composizione di eventuali ingredienti che a loro volta sono composti da più sostanze, facendo un esempio, quando si indica “Parmigiano” tra gli ingredienti, troverete tra parentesi gli elementi che lo compongono, ecco un esempio: Parmigiano Reggiano D.O.P. (Latte, caglio, sale).

Ovviamente insieme agli ingredienti possiamo trovare anche gli aromi e qui bisogna prestare un pò di attenzione: se troviamo scritto solamente “aromi” significa che si tratta di aromi artificiali, quindi chimicamente prodotti in laboratorio. Diversamente invece, se compare la dicitura “aromi naturali” significa che si tratta di estratti, essenze, succhi ottenuti da materie vegetali. Credo che sarete già propensi a scegliere dei prodotti che contengono l’aroma naturale…

E cosa sono gli additivi? Sono sostanze autorizzate dalle leggi italiane, per determinati alimenti ed in quantità precise, che vengono usate per diversi scopi: ne fanno parte i coloranti, gli emulsionanti, gli antiossidanti e gli edulcoranti. Ce ne sono a centinaia ed ognuno ha una sigla che lo contraddistingue (delle volte in etichetta può capitare di trovare il nome esatto dell’additivo) formata dalla lettera E e seguita da un numero.
I codici da E100 a E199 indicano il gruppo dei coloranti, da E200 a E299 i conservanti, da E300 a E399 gli antiossidanti ed i correttori di acidità, da E400 a E499 gli addensanti, emulsionanti, gelificanti e stabilizzanti, da E500 a E599 i sali ed agenti lievitanti, da E600 a E699 gli esaltatori di sapidità e da E900 a E999 i dolcificanti.
Ricordiamoci che spesso questi additivi sono da EVITARE (vedi le tabelle a seguire) anche se sono innocui, ove ovviamente sia possibile, visto che dalla GDO spesso è difficile trovare prodotti che ne siano esenti, per via della conservazione. Preferiamo sempre alimenti freschi, meglio se acquistati dal produttore vicino a casa. Perlomeno cerchiamo di scegliere quelli che ne hanno un basso dosaggio.

Vi riportiamo per chiarezza, le tabelle degli additivi, dividendo quelli innocui da quelli da evitare:

 Coloranti    
Coloranti innocui Coloranti da evitare
E100 Curcumina E102 Tatrazina
E101 Riboflavina (vitamina B2) E123 Color amaranto
E120 Cocciniglia (acido carminico) E127 Eritrosina
E140 Clorofilla E104 Colore giallo
E141 Clorofilla E128 Rosso 2G
E150 Caramello E150a-b-c-d E121 Blu patentato V
E160 Betacarotene (provitamina A) e derivati    
E161 Luteina (E161b) Cantaxantina (E161g)    
E162 Rosso barbabietola, betaina    
E163 Antociani    
E160d Licopene    

 

 Conservanti    
Conservanti innocui Conservanti da evitare
E200 Acido sorbico E210 Acido benzoico
E202 Sorbato di potassio E211 Benzoato di sodio
E203 Sorbato di calcio E212 Benzoato di potassio
E260 Acido acetico E213 Benzoato di calcio
E261 Acetato di potassio E214 p-idrossibenzuato d’etile
E262 Acetati di sodio E215 Etil-p-idrossibenzoato di sodio
E263 Acetato di calcio E216 p-idrossibenzoato di propile
E270 Acido lattico E217 Propil-p-idrossibenzoato di sodio
E290 Anidride carbonica E218 p-idrossibenzoato di metile
E219 Metil-p-idrossibenzoato di sodio
E220 Anidride solforosa
E221 Solfito di sodio
E222 Sodio bisolfito
E223 Metabisolfito di sodio
E224 Metabisolfito di potassio
E225 Metabisolfito di calcio
E226 Solfito di calcio
E227 Calcio bisolfito
E228 Potassio solfito acido
E230 Bifenile, difenile
E231 Ortofenilfenolo
E232 Ortofenilfenolo sodico
E233 Tiabendazolo
E235 Natamicina
E239 Esametilentetramina
E242 Dimetildicarbonato
E249 Nitrito di potassio
E250 Nitrito di sodio
E251 Nitrato di sodio
E252 Nitrato di potassio


Fine prima parte…

Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra