Il Governo vuole la chiusura dell’Associazione Allevatori. Un bene o un male ?

Il Governo vuole la chiusura dell’Associazione Allevatori. Un bene o un male ?

Anche l’Associazione Allevatori, ente coldirettiano, rischia la chiusura. La crisi delle stalle italiane non poteva che travolgere anche l’associazione, piaccia o non piaccia.
La cosa strana è l’adozione di due pesi e due misure; su Ismea e sui Consorzi Agrari l’interessamento di Coldiretti può definirsi proficuo mentre per l’Associazione Allevatori emerge un certo disinteressamento.

Brutto periodo per le associazioni provinciali degli allevatori. Ad una settimana dalla decisione di aggregare nel regionale le cinque provinciali, iniziando dalle tre già commissariate, arriva la notizia di un drastico taglio delle risorse da parte del Ministero. Con una comunicazione a firma del direttore generale del Mipaaf, gli assessorati regionali all’agricoltura hanno appreso che i fondi destinati alla tutela della biodiversità e al sostegno del sistema allevatoriale passano da 22 a 7. Nessun commento da parte del presidente dell’Ama (associazione mantovana allevatori) Roberto Chizzoni, che preferisce attendere maggiori informazioni dall’Aia. Immediata invece la reazione di disappunto dell’assessore lombardo Fava: «In questa situazione di forte disagio del sistema nel suo complesso questo taglio significa condannare le Apa superstiti (in Lombardia Mantova e Sondrio) a portare i libri in tribunale.
In questo modo a Roma hanno deciso di buttare al vento decenni di investimenti, prevalentemente pubblici per il comparto zootecnico, che ha sempre rappresentato il fiore all’occhiello dell’agricoltura di questo paese». Fava contesta inoltre le tempistiche con cui è pervenuta la comunicazione: «La cosa che più mi indigna è che giusto mercoledì il ministro Maurizio Martina e il suo uomo di fiducia Leonardo Di Gioia ci hanno convocati al ministero, col pretesto della riorganizzazione di quel catafalco di Agea, ma nessuno dei due ha avvertito la necessità di informarci su quanto stava accadendo».
La replica di Martina non si fa attendere; il ministro smentisce di essere il responsabile del provvedimento: «La decisione è frutto di un’intesa in Conferenza Stato Regioni, tra il Ministero dell’economia e i Presidenti delle Regioni, che hanno stabilito di ridurre le risorse da trasferire da parte dello Stato alle Regioni, a carico, tra gli altri, di due capitoli riguardanti le attività di miglioramento genetico del bestiame. L’assessore Fava dovrebbe chiedere conto al suo Presidente di Regione. È una decisione presa dalla Conferenza Stato Regioni in ambito non agricolo e che ci trova in profondo disaccordo».
La stessa netta presa di posizione è condivisa anche da Marco Carra, parlamentare Pd e dal collega di partito ed omonimo Marco Carra consigliere regionale: «Decisione presa dai presidenti di Regione». Immediata la contro replica di Fava: «Risulta ridicolo cercare di addossare alle Regioni responsabilità di tagli operati direttamente da un ministro del governo di cui si fa parte. Delle due l’una: o Martina e Di Gioia sapevano tutto e hanno tenuto tutto nascosto oppure semplicemente né Padoan né Bonaccini li hanno ritenuti interlocutori tali da dover essere messi al corrente delle proprie decisioni». Contro al governo anche il presidente di Coldiretti Lombardia, Ettore Prandini: «In dieci giorni hanno trovato i soldi per Alitalia e in due anni non si sono trovati quelli per il sostegno al sistema delle associazioni degli allevatori italiani. Mi sembra il segnale che in questo Paese qualcosa non va per il verso giusto».

Vi ricordate quando Peppone vinse 10 milioni al totocalcio? Invece di donarli al partito decise ti tenerseli per se. Mi sorge allora spontanea una domanda: ma i segretari e i dirigenti della Coldiretti perchè non hanno deciso di donare parte dei propri lauti stipendi e benefict alle rispettive associazioni allevatori locali? Meglio forse conservare i propri privilegi piuttosto che evitare consistenti perdite della valorizzazione e tutela del nostro patrimonio zootecnico? Il sindacato “del popolo” che pensa solo agli interessi dirigenziali. Con buona pace degli associati.

Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra

Fonte: Gazzetta di Mantova