La Nutella difende l’olio di Palma indonesiano con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole

La Nutella difende l’olio di Palma indonesiano con il sostegno del Ministero delle Politiche Agricole

MILANO – Basta con il terrorismo e la disinformazione sui temi alimentari. Il viceministro dell’agricoltura, Andrea Olivero, attacca duramente la campagna contro l’olio di palma. Lo fa al convegno organizzato da Ferrero a Milano proprio per contrastare quella che Olivero ha definito “la moda di demonizzare” questo o quel componente dei prodotti alimentari. Il viceministro parla di “campagne o organizzate per favorire questo o quel paese” ipotizzando di conseguenza l’esistenza di un vero e proprio complotto.

Dal mese di settembre diversi produttori italiani hanno cominciato a inserire nei loro messaggi pubblicitari la dicitura “senza olio di palma”. Nel suo spot per i 70 anni, l’azienda produttrice di Nutella ha deciso di andare contro corrente: “Siamo in grado di produrre i nostri prodotti utilizzando l’olio di palma perché dal punto di vista della sostenibilità ambientale il nostro olio è migliore di quelli utilizzati dai concorrenti”, dice Alessandro d’Este, presidente e ad di Ferrero commerciale Italia. Al convegno interviene accanto a scienziati e medici, anche Chiara Campione, di Greenpeace Italia: “Abbiamo lavorato e stiamo lavorando sia con i produttori di olio di palma in Indonesia sia con le grandi aziende che utilizzano l’olio”, spiega Campione.

Secondo Greenpeace “il modello di rapporti che abbiamo messo a punto con Ferrero come con altre grandi aziende è un modello virtuoso”. Il tema delle deforestazione legata alla produzione dell’olio “riguarda piuttosto le migliaia dei piccoli produttori che non lavorano per grandi aziende”. Quando Segolene Royale aprì la polemica contro la Nutella, lo fece proprio invocando i rischi della deforestazione: “E poi dovette scusarsi – aggiunge Campione – perché è inutile che noi lavoriamo insieme alle aziende per creare modelli virtuosi e successivamente lasciare che vengano veicolate delle generalizzazioni”.

La Repubblica