La piazza dell’orgoglio della Marcia del Riscatto

La piazza dell’orgoglio della Marcia del Riscatto

Sul palco di Piazza Bocca della Verità a Roma, il team delle persone (tre agricoltori, un giornalista d’inchiesta e il coordinatore del movimento) che hanno condotto la Marcia del Riscatto delle Comunità Rurali 2015, sostenuti da oltre un centinaio di persone d’appoggio, ricapitola i primi numeri dell’esperienza: 36 i giorni di iniziative della Marcia (partita il 25 settembre da Matera), 45 le aree rurali e i comuni del Paese coinvolte, 17 le Regioni direttamente raggiunte e 3 coinvolte da delegazioni del movimento, circa 42 le interviste che documentano lo stato reale dell’agricoltura italiana effettuate, decine i comuni visitati cui sono stati consegnati i documenti e le proposte della Rete dei Municipi rurali, 7.126 i chilometri percorsi in tutta Italia dal Camper.
L’ultimo di questi chilometri è stato compiuto da diversi sindaci e da circa cinquecento persone arrivate soprattutto dall’area “calda” della mobilitazione fra Puglia e Basilicata insieme a delegazioni di altre regioni per tenere la Manifestazione finale a Piazza Bocca della Verità.
Qui il Movimento di Sindaci, Associazioni, Agricoltori e cittadini ha voluto sottolineare la distanza dalla celebrazione concomitante per la chiusura dell’EXPO che si stava tenendo a Milano.
“A Milano, oggi, si chiudono i sei mesi in cui si è celebrata l’agricoltura del mercato che sfamerebbe il mondo. La verità è che i nostri agricoltori stanno chiudendo le aziende e che ai nostri cittadini è sempre più limitato l’accesso al cibo, come dimostra l’aumento delle persone che ricorrono alle mense di carità. Noi denunciamo la demagogia funzionale agli interessi della speculazione commerciale, di un Made in Italy senza il lavoro dei nostri agricoltori e dei nostri braccianti e il rischio che il Paese perda la sua agricoltura mentre celebra la favola dell’agroalimentare dei primati”. Sul palco di Piazza Bocca della Verità è stata rappresentata la realtà della condizione delle aree rurali di tutto il Paese unito, ovunque, dagli stessi problemi: crollo dei prezzi sotto i costi di produzione, aumento della capacità di lucrare della commercializzazione, aumento dei costi produttivi.
Una realtà che il Movimento Riscatto ha già annunciato di voler rappresentare in un libro bianco e in un documentario che saranno pronti per Gennaio sullo stato dell’agricoltura italiana.
Forte il grido d’allarme e forte l’appello alla politica: “Guarda in faccia la crisi, smetti di parlare di agroalimentare, garantisci e sostieni il lavoro e il rapporto con il territorio”. Un appello che Gianni Fabbris, a nome di tutto il Movimento, rivolge direttamente al Presidente del Consiglio Renzi: “Smettetela di prendere per buone le rappresentazioni che si fanno dell’agricoltura italiana da chi vi racconta che i nemici sono all’estero (magari fra chi falsifica il Parmesan) portando le bandierine gialle a sventolare alle frontiere. La realtà è un’altra ed è quella della crisi e non basteranno palliativi decisi nel chiuso di stanze di concertazione, servono risposte vere e serve cambiare rotta rispetto a scelte strategiche del passato che hanno portato le campagne italiane in una crisi mortale”.
Il primo cambio di rotta che il movimento chiede è proprio sull’IMU agricola di cui Renzi aveva annunciato il ritiro definendola “una porcata”. “Dopo l’incontro alla Kermesse della Coldiretti” scandisce dal palco Fabbris ”il Governo sembra aver cambiato idea, evidentemente è stato convinto dalla Coldiretti che che basti qualche ritocco per risolvere i problemi gravissimi aperti da un provvedimento incostituzionale nel suo impianto e profondamente ingiusto. La montagna delle dichiarazioni sembra in realtà partorire un topolino che amplifica i problemi invece che risolverli: il testo proposto al parlamento propone di aumentare l’area di esenzione dell’IMU per alcuni e la lascerebbe intatta per altri. Rimarrebbero fuori tutti i contratti di affitto, per esempio, che colpirebbero direttamente il lavoro agricolo e la produzione e costringerebbero anziani e giovani a continuare a pagarla. Lo tesso provvedimento poi non interviene in alcun modo a sanare le situazioni gravissime aperte nel 2014 e nel 2015 (con diverse centinaia di milioni sottratti ad una parte dei comuni rurali costretti a fare pesanti tagli ai cittadini”.

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I Sindaci presenti della Rete dei Municipi Rurali per bocca del Sindaco di Gravina in Puglia Alessio Valente e il Coordinamento Nazionale NoImu sulle Terre annunciano dal palco l’elaborazione di tre emendamenti che proporranno alle forze politiche perchè intervengano a risolvere un pasticcio che corre il rischio di aggrovigliarsi ancora di più con questo provvedimento ed è ancora una volta Gianni Fabbris a rivolgersi direttamente al Presidente del Consiglio: “Il Tar del Lazio nei prossimi giorni si dovrà esprimere sugli oltre cinquecento ricorsi per incostituzionalità dei comuni e di diverse ANCI e sui procedimenti sostenuti dal Movimento e dovrebbe, ne siamo convinti, dare ragione ai ricorrenti e inviare alla Corte Costituzionale un provvedimentoi incostituzionaloe nell’impianto e irriformabile con qualche aggiusto che aumenta le diseguaglianze. Il Governo non aspetti oltre e intervenga nella direzione delle richieste dei Sindaci e del Movimento. Renzi non ceda alle Sirene della Coldiretti: non sarà cosi che potrà dire ai sindaci, agli agricoltori ed ai cittadini di aver rispettato gli impegni”.
Nel mentre il Movimento annuncia già dal 4 giugno prossimo (giorno della sentenza attesa del TAR) le prossime tappe sull’IMU e un documento sulla Marcia più approfondito con le proposte per valorizzare le iniziative intraprese in questi mesi, la giornata si chiude con altri numeri: i primi otto quintali di prodotti contadini dalla Puglia e Basilicata sono stati donati alla Mensa di carità della Chiesa di Santa Lucia ed alla mensa del Centro sociale Baobab che accoglie richiedenti asilo per sottolineare un passaggio decisivo: quello dell’unità fra cittadini e agricoltori per riconquistare diritti, in questo caso quello al reddito per chi produce il cibo e quello all’accesso garantito per tutti.

Riportato da: COMUNICATO STAMPA: La Piazza dell’Orgoglio

Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra