L’Olivicoltura italiana deve morire

L’Olivicoltura italiana deve morire

Indipendentemente su come la pensate politicamente, i politici italiani forse per incapacità o magari per interessi, si sono accodati con testa chinata ai dettati europei; obbiettivo mettere tutta l’energia necessaria per cancellare l’olivicoltura italiana. L’importante è usare ogni mezzo leale o sleale: burocrazia, creazione di no tax area, agevolazioni mirate, eradicazioni di massa, stoppare e/o rallentare la ricerca contro patologia specifiche. Gli industriali puntano unicamente su acquisti di olio low cost all’estero fregandosene della qualità e puntando unicamente alla realizzazione di prezzi di acquisto convenienti senza farsi troppe domande; così facendo hanno condizionato il mercato italiano per far scendere i prezzi e incentivare l’abbandono.
La Xylella è stato unicamente un comodo pretesto per incentivare, attraverso l’eradicazione, l’abbandono delle terre salentine cancellando la stessa identità di quei territori.
L’aiuto massiccio all’importazione di olio dalla Tunisia indica chiaramente come i politici vogliano staccare la spina non solo all’olivicoltura italiana ma a tutto il nostro primario. La concorrenza sleale data da una qualità inferiore e da manodopera tunisina a meno di dieci euro al giorno poco possono fare contro le decisioni adottate da Bruxelles ed avallate da Roma.
Nei telegiornali e nei talk-show i politici fanno a gara per accaparrarsi la coccarda del paladino agricolo dell’anno per poi, appena voltato l’angolo, togliersi la maschera mostrando la totale e pura indifferenza verso i sacrifici compiuti da generazioni di agricoltori.
Grazie alla riduzione della PAC abbiamo coronato il sogno dell’UE: la chiusura dell’olivicoltura italiana.

Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra