Paga il barbiere con 73 chili di #grano. Ritorno del #baratto ?

Paga il barbiere con 73 chili di #grano. Ritorno del #baratto ?

Dopo il baratto amministrativo proposto nel Comune di Villimpenta (MN) arriva anche il baratto per far fronte alle spese della vita quotidiana in terra veneta. L’assurdità e la falsità del ritorno alla crescita economica ascoltata più volte nei telegiornali italiani risultano talmente evidenti da essere immediatamente sconfessate. I Sindacati ovviamente tacciono causa palese incapacità a proporre soluzioni concrete oltre al periodo di ferie ferragostane tanto desiderate.

Ceneselli (Rovigo), 3 agosto 2016 – Coltivare grano, per usare un eufemismo, non è esattamente conveniente. Costi di gestione alti, mercato straniero, soprattutto extraeuropeo che livella in basso il costo del prezioso cereale, agli agricoltori vengono riconosciuti circa 15 euro al quintale di prodotto, una quindicina di centesimi al chilo. Nei piccoli paesi di provincia produttori e cittadini non mancano di affrontare il problema con una buona dose di ironia, mista a quell’amara saggezza che da sempre caratterizza i laboriosi polesani. A Ceneselli un artigiano e agricoltore, contoterzista e produttore, si presenta dal barbiere della piazza pagando il costo di un taglio di capelli consegnando l’equivalente di 11 euro in sacchi di grano appena mietuti.

Protagonisti della simpatica e significativa vicenda sono Natale Ferraresi, 69 anni, agricoltore e Enzo Chieregatti, sulla piazza di Ceneselli con le forbici in mano dal 1973 che si è visto consegnare dall’agricoltore 73 chili di grano a saldo della prestazione. Ferraresi non è nuovo a queste trovate, è personaggio da sempre punto di riferimento della comunità cenesellese, è stato tra le altre cose l’ultimo presidente del ‘Club del Salame’ di Ceneselli. Il baratto un pochino polemico tra l’agricoltore e il barbiere non poteva non essere notato: «Fortunatamente non ha voluto pagarmi con balle di paglia – spiega Chieregatti – mi avrebbe costretto alla chiusura momentanea del negozio. Tutto sommato qualche sacchetto di grano occupa poco spazio nel retrobottega ma, oltre le battute, è assolutamente incredibile quanto poco costi il grano in rapporto al costo reale della vita».

Nel 2015 il paniere utilizzato per determinare l’indice dei prezzi al consumo ha registrato l’entrata, tra gli altri, di biscotti e pasta senza glutine e birra analcolica, chissà, se continua così tra qualche anno avremo il pane senza grano o, in alternativa, la definitiva introduzione del baratto.

Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra