TTIP – #Trump mette la parola #fine sul #trattato

TTIP – #Trump mette la parola #fine sul #trattato

A quanto pare non eravamo solo noi a pensare che questi trattati fossero delle gran porcate che non avrebbe portato nulla di buono, soprattutto per noi (ma fortunatamente Donald Trump guarda solo alla “sua” America) da questa parte dell’Oceano.

Resteranno a bocca asciutta coloro che già facevano i conti di invaderci con lo scarto delle loro produzioni, come purtroppo accade con il Canada ed il CETA, che speriamo naufraghi come TTP e TTIP.

Il Presidente Trump mette davanti a tutto e tutti, la forza economica e la sopravvivenza degli Stati Uniti, cercando di creare del protezionismo che, se portato all’estremo sicuramente non farà bene nemmeno a loro, ma se ben fatto, sicuramente aiuterà l’economia interna, favorendo l’occupazione, cosa che nel nostro Paese si fatica a capire evidentemente. Gli effetti del nostro sistema politico e finanziario sull’occupazione sono sotto gli occhi di tutti, le aziende italiane, quelle che sopravvivono, spostano le produzioni nei Paesi con tassazione inferiore, lo Stato incamera meno danaro dalle stesse che qui chiudono, non pagando quindi più imposte. Di conseguenza si aumentano le tasse per mantenere il fabbisogno dello Stato che anziché restare lo stesso, invece cresce per via dell’effetto delle aumentate spese sugli ammortizzatori sociali e sull’aumento del debito pubblico sul quale si pagano interessi salati alla BCE, oltre che non incamerare IVA e tasse sugli ex-lavoratori rimasti senza un posto di lavoro, che vedono azzerarsi il proprio potere d’acquisto. Un circolo vizioso dal quale sembra difficile uscire mantenendo questa mentalità politica.

Tornando sull’articolo fonte di questo approfondimento del “Il Giornale”, gli Stati Uniti con guida Trump non sembrano per nulla intenzionati ad aprire trattati senza alcun controllo, pensate a cosa sarebbe potuto passare dai porti senza che sia obbligatoria la verifica da parte degli organi preposti. Questo però in Europa non è percepito come un problema, ne di carattere sociale, ne economico, ma solo di favorire gli amici d’oltre oceano, per dimostrarci sempre servili e pronti a digerire ogni nefandezza, senza mostrare un minimo di amor proprio.

Staremo a vedere l’effetto che avrà tutto questo sulle relazioni politiche ed economiche mondiali, dal canto nostro possiamo dire che la nostra salute futura oggi ha ricevuto una buona notizia, speriamo solo che non vengano troppo penalizzate le esportazioni dei nostri prodotti verso gli USA.

Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra