Cerchiamo collaboratori che abbiano voglia di lavorare

Cerchiamo collaboratori che abbiano voglia di lavorare

Diciamoci per una volta la verità, giusto per essere “spicci”, come direbbero gli amici toscani. Fino a pochi anni fa in Italia quando si cercava un collaboratore si ricorreva ai curriculum accantonati e/o annunci specifici pubblicati sui quotidiani locali o sui social aziendali.
Oggi, invece, la situazione attuale può essere paragonata ad un’opera teatrale tragicomica, comunque al limite della follia. Di cosa sto parlando? Durante la selezione di un candidato che possa entrare nell’organico di un’azienda il colloquio non è volto a capire le caratteristiche, la personalità e la capacità professionale del futuro collaboratore ma bensì ribaltato completamente a parti invertite; è lo stesso candidato che chiede, come prima domanda, l’ammontare dello stipendio e, come seconda domanda, l’orario di lavoro oltre, ovviamente, al riscontro positivo sul weekend libero. L’aspetto professionale, elemento fondamentale per un buon rapporto lavorativo, viene visto dal candidato solamente come un aspetto trascurabile.
Dagli allevamenti alla grande distribuzione organizzata, dalle aziende dell’autotrasporto a quelle della pesca, dagli studi agronomici ai frutticoltori, tutti ma proprio tutti, cercano non più personale altamente formato e capace, praticamente scomparso, ma bensì collaboratori che abbiano voglia di imparare, che mettano buona volontà quotidiana e, magari, anche un po’ di amore in ciò che fanno.
Se da un lato le aziende sono disposte a rinunciare ad una professionalità già acquisita con l’esperienza, superando per i giovani la barriera “cercasi … con esperienza” offrendo loro l’opportunità di iniziare un percorso lavorativo, dall’altro lato questi ultimi devono approcciarsi con umiltà e non con l’arroganza di poter pretendere un ruolo senza la necessaria “gavetta” e la necessaria formazione continua.
Il nostro è un Paese sempre più strano dove la componente formativa rivestirà sempre maggiore importanza e dove l’incontro tra domanda e offerta sarà sempre più difficile.

Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Fondazione Insieme per la Terra