Il Caporalato degli affari politico-sindacali

Il Caporalato degli affari politico-sindacali

Tutto da manuale! Appena accade una disgrazia dovuta al fenomeno del caporalato intervengono inutilmente ed a sproposito i politici del momento con proclami univoci ed alto sonanti per poi cadere tutto nell’oblio del silenzio. Sinceramente vi confessiamo un certo imbarazzo, se non addirittura sconcerto, nel leggere le dichiarazioni fatte dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina contro il caporalato: “va combattuto come la mafia” e “il caporalato in agricoltura è un fenomeno da combattere come la mafia e per batterlo occorre la massima mobilitazione di tutti: istituzioni, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali. Chi conosce situazioni irregolari deve denunciarle senza esitazione”.
Ancora una volta il Ministro Martina ha dimostrato di non conoscere il settore che rappresenta e di non saper nulla di tutte le attuali criticità che il suo stesso partito ha aiutato ad alimentare negli ultimi anni. L’unico modo per combattere il lavoro nero in modo efficace togliendo qualsiasi alibi a chi lo crea e/o lo favorisce è l’adeguata remunerazione dei prodotti realizzati nelle Aziende Agricole. Con il pagamento inferiore ai prezzi di costo come è possibile che venga rispettata la legalità? Immaginare o addirittura pensare che con la denuncia, ossia il favorire la guerra tra poveri, si ponga un fermo a queste irregolarità è veramente fantasioso per non dire surreale.
Pazzesco è il meccanismo burocratico elaborato dal Ministero e dei noti Sindacati per tentare di vincere il fenomeno del caporalato attraverso la realizzazione di una ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’: “che abbiamo fortemente voluto dal Ministero delle Politiche Agricole, e che è diventata finalmente realtà in questi mesi”. “E’ uno strumento importante. Dall’1 settembre le aziende agricole potranno aderire alla Rete tramite il portare internet INPS. Per la prima volta in Italia si istituisce un sistema pubblico di certificazione etica del lavoro che riguarderà proprio le imprese agricole. Il ‘certificato di qualità’ non sarà un semplice bollino di natura burocratica ma attesterà il percorso delle verifiche puntuali e preventive effettuate individuando e valorizzando le aziende virtuose”.
Con questo meccanismo verrà sostenuto di fatto la realizzazione di una nuova pratica INPS che dovrà comunque passare attraverso il circuito informatico del proprio Sindacato di appartenenza attraverso ovviamente un servizio a pagamento. Non solo ma l’obbiettivo e la realizzazione di buste paga ossia la regolarizzazione di dipendenti agricoli irregolari con relative trattenute sindacali.
Ancora una volta non si valuta il problema risolvendo la reale causa ma si aiutano gli amici sindacalisti con nuova burocrazia soddisfacendo l’ingordigia di pochi.

Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra

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