Il PD vuole privatizzare l’acqua, giusto per aiutare qualche amico

Il PD vuole privatizzare l’acqua, giusto per aiutare qualche amico

Nel caso in cui vogliate conoscere la reale situazione di strategia economica italiana potete proseguire la lettura di questo articolo. L’approfondimento di Scenari Economici lascia veramente esterrefatti. Verrà o non verrà privatizzata l’acqua a favore dei soliti amici del PD?

(…) Prima che il PD scompaia politicamente temo farà molti altri danni. Infatti il PD è il partito responsabile di fatto di tutte le privatizzazioni forzate o volontarie italiane, vendute per un tozzo di pane: Montedison, Telecom, grandi banche, autostrade, sempre a vantaggio dei loro sodali ed amici amici italiani o stranieri. Non a caso Enrico Letta insegna in Francia all’università dei servizi segreti francesi, Science Po (da verificare il ruolo dei francesi nelle privatizzazioni italiche): ho conosciuto personalmente un ufficiale dei servizi segreti d’oltralpe e vi assicuro che la debacle di Montedison, determinata da una tangente pagata al presidente vicario del tribunale fallimentare di Milano che poi decretò l’indebito fallimento del primo gruppo privato italiano, è stata tutt’altro che casuale. Ben inteso, L’acqua da privatizzare è una ricetta dell’EU applicabile a tutti i paesi in crisi…
Oggi l’acqua è l’ultimo vero bene nazionale rimasto, escludendo quanto resta del fu possente apparato industriale italiano costruito nel periodo postbellico, ENI, Enel, Telecom, Leonardo, ferrovie e CDP. Parlo delle aziende idriche italiane (spesso locali), fornitrici di un servizio a condizioni di vantaggio per la comunità italiana, abbondantemente sotto prezzo.
L’impressione è che si stia forzando la nascita quanto meno a livello mediatico di una nuova emergenza in Italia, in attesa del cambio di regime alle prossime elezioni, verso destra: i sodali PD spingono dunque per un’ultima ondata di privatizzazioni in Italia attraverso la lunga mano degli amici di Soros in Italia, che vedono in prima linea attori nemmeno lontanamente vicini agli interessi chi vota il partito di sinistra italiano (il PD, normalmente operai, impiegati, pensionati), parlo di De Benedetti [tessera n.1 del PD], Elkann / Agnelli, Marchionne, Deagostini, Benetton ecc. ossia tutti coloro che – ricchissimi – hanno tratto enormi vantaggi delle privatizzazioni degli scorsi anni. Un partito – il PD – che prende i voti dai poveracci e fa gli interessi dei miliardari….
Infatti se facciamo mente locale costoro, tutte le cd. elites italiane, si sono arricchite grazie a quello che fu il primato manifatturiero nazionale oggi annichilito, vedi per la militanza in azienda, vedi per la depredazione sistematica degli attivi aziendali, vedi per essere stati a servizio del sistema nazione dei tempi: DeBenedetti si fece ricco depredando Olivetti dopo la morte dell’illuminato fondatore (dubbia, come quella del suo direttore in azienda Mario Tchou, furono entrambi assassinati?, ndr), gli Agnelli si risollevarono dal fine impero post morte di Gianni Agnelli grazie alle prebende straniere ottenute per aver fatto da mediatori nello spezzatino di Telecom e Montedison, Deagostini ha fatto il salto di qualità accaparrandosi le lotterie nazionali privatizzate, Benetton con la privatizzazione di Autostrade, più la schiera di imprenditori arricchitisi a servizio industriale di ENI, azienda oggi sotto attacco francese a causa del fallimentare stato delle riserve di Total. E mille esempi ancora… Tronchetti Provera con gli immobili di Telecom Italia via Pirelli Real Estate, Montezemolo con la privatizzazione dei servizi ferroviari oltre che manager pro mortem di Alitalia, …….
Notare l’ “assetto variabile” di Repubblica.it tra quando era all’opposizione contraria alle privatizzazioni dell’acqua ed oggi, sostanzialmente a favore (sopra, nel 2011; sotto, oggi…). Come cambiano le cose, per gli ipocriti interessati…
Quello che voglio dire è che la ricchezza di un paese si costruisce con le aziende di successo e con la redistribuzione virtuosa di ricchezza grazie ad impiego di pregio, di competenze sistemiche, di management di livello e ben pagato, dello sviluppo di una filiera sistemica a vantaggio del paese. Vendere le aziende nazionali significa semplicemente interrompere tale ciclo virtuoso di arricchimento, non è un caso che di norma sia proprio la sinistra a provvedere alla “redistribuzione”/privatizzazione della ricchezza imprenditoriale di un paese (spesso perché a vantaggio delle classi dirigenti di partito, letteralmente comprate con ruoli politici o anche all’occorrenza con tangenti affinché provvedano a dilapidare a ricchezza imprenditoriale nazionale ad una frazione del suo reale valore). Non è un caso che, nelle more di una disinformazione interessata ad impossessarsi degli asset che contano, oggi francesi e soprattutto tedeschi spingano le masse italiche a vedere un futuro negli agriturismi (…), mentre loro comprano le aziende italiane…
E non va dimenticato che NON CASUALMENTE i paesi che sono interessati a sottrarre a basso prezzo assets strategici all’Italia rappresentano gli stessi sistemi paese concorrenti con l’Italia all’interno dell’EU, che però non applicano reciprocità quando è invece l’Italia a volere acquisire loro aziende, parlo chiaramente di Germania e soprattutto Francia sempre protezioniste per i propri assets ma che invece pretendono quelli altrui (il caso STX-Fincantieri di questi giorni è solo l’ultimo di una lunga serie).
E qui arriviamo alle aziende idriche nazionali: un bene diffuso che fornisce un servizio utile alla cittadinanza, costruito con le tasse dei padri e dei nonni dando vita ad un sistema di acqua nazionale con un rapporto costo del servizio/efficienza assolutamente invidiabile a livello mondiale. La ratio di chi oggi vuole privatizzare l’acqua italiana è semplice: si privatizza a costo del servizio attuale (basso) ossia incassando poco o nulla e poi si aumentano le tariffe a livello europeo, anche dieci o venti volte le tariffe attuali. Per forza chi compra guadagna! Il problema è che i cittadini, soprattutto le classi povere, ossia soprattutto gli elettori del PD, ne subiranno le conseguenze con tariffe più alte, per altro legate ad un bene letteralmente irrinunciabile e vitale. Ora capite perché La Stampa e Repubblica soffino sul fuoco delle privatizzazioni nazionali, essendo in rappresentanza delle elites che usano i voti degli ignoranti che votano PD per fare affari a loro esclusivo vantaggio (sempre i soliti noti che ben conosciamo).
Perché oggi il Corriere della Sera non denuncia l’ingerenza Straniera sull’acqua italiana?
La soluzione in fondo sarebbe semplice: sottrarre al controllo dei partiti la gestione locale delle aziende dell’acqua, fare gli investimenti del caso a fronte di un modesto aumento delle tariffe, attuare criteri meritocratici nella gestione aziendale. O, al limite, se i politici italiani si dimostrassero ancora una volta non all’altezza del compito, accentrare tutto in capo ad ENEL giustificando dunque l’incremento della partecipazione dello Stato in detta azienda per fini strategici, per altro giustificando finanziariamente tale mossa con il fatto che il dividendo di Enel è percentualmente molto più alto del costo del debito dello Stato italiano (senza contare le tasse pagate e l’impiego di pregio generato in Italia).

Questo articolo vuole essere un monito sui reali motivi che stanno dietro all’attuale tentativo di privatizzazione dei servizi idrici italiani. A futura memoria.

Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra