L’agricoltura non conta più nulla. Tutti dormono (sindacati compresi)

L’agricoltura non conta più nulla. Tutti dormono (sindacati compresi)

Mentre Zonin fa shopping a Milano, mentre le sindacali pensano a dove riporre le proprie natiche sotto il sole grazie ai “sudati” risparmi, mentre i politici persistono nella loro incapacità, la campagna annega nella disperazione. L’Italia delle bugie e l’Italia della realtà.

E’ la cooperativa Trisaia di Rotondella ad aver diffuso queste foto il 20 giugno. “Ci sentiamo in dovere di denunciare – comunica la cooperativa Trisaia – uno dei fenomeni più gravi e spaventosi degli ultimi anni. Siamo arrivati davvero a un punto in cui l’agricoltore, che con fatica e sudore si impegna per l’intero anno a coltivare piante al fine di raccogliere e vendere i frutti, deve arrendersi di fronte a un sistema in cui egli non riesce nemmeno più a sostenere se stesso, figuriamoci una famiglia intera”.
“Questo perché? Il motivo è molto semplice: l’agricoltura non conta più nulla per nessuno e nessuno si preoccupa di tutto questo. Per questa ragione iniziamo a farci un po’ di giustizia da soli, rendendo noto questo fenomeno. Tutti devono sapere quale fine hanno fatto le nostre albicocche. E se è vero che l’unione fa la forza, allora uniamoci e combattiamo tutti insieme questo grave problema, invece di far soccombere l’economia del nostro territorio”.
“Chiediamo attenzione verso noi agricoltori, che dovremmo vivere di questo senza troppi intoppi, in un settore, quello primario, che è il più importante. Non chiediamo l’elemosina, non chiediamo regali, vogliamo semplicemente vivere e non morire come sono morte le nostre albicocche”.
Naturalmente FreshPlaza condivide e diffonde il grido di allarme lanciato dai produttori del Metaponto. Qualcuno, nei giorni scorsi, ha calcolato che un agricoltore abbia dovuto raccogliere 12 kg di albicocche per l’equivalente (€ 3,60) di un cono gelato. Quando si vedono situazioni come queste, la sconfitta è di tutto il sistema.
Quest’anno di albicocche ce ne sono fin troppe, è vero, anche a seguito di condizioni meteo favorevoli. Ma il settore avverte come ormai non più rimandabile un “patto di sopravvivenza”, ad esempio il riconoscimento di un prezzo minimo sotto il quale non si debba scendere.

Ma in che Italia viviamo ?

Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra

Fonte: www.freshplaza.it