#Latte, un accordo molto amaro

#Latte, un accordo molto amaro

Accordo trionfale sul prezzo del latte o bufala mediatica? Grazie al comunicato ministeriale possiamo fare il punto della situazione. Andiamo per ordine.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è svolta oggi a Roma la prima riunione del Comitato consultivo previsto dall’accordo di filiera per il sostegno al comparto lattiero caseario siglato al Ministero a novembre. All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni agricole, dell’industria, delle cooperative e della grande distribuzione.

Particolarmente controverso è proprio questa parte del comunicato dove non si comprende con esattezza le parti presenti; infatti fino a pochi giorni fa un qualsiasi rappresentante che non partecipava e sottoscriveva gli accordi stabiliti, approfittava della sua assenza per rinnegare quanto sottoscritto dalle altre parti partecipanti. Credete che tutte le parti siano accorse volontariamente ed appassionatamente al Ministero? Vorrebbe dire che qualcosa sicuramente non funziona!

È stato definito il sistema base di indicizzazione del prezzo del latte, attraverso un meccanismo oggettivo che tiene conto dei costi di produzione e dell’andamento dei prezzi del latte e dei formaggi sul mercato interno ed estero. L’industria lattiera ha confermato l’impegno a definire un modello di contratto standard e di promuovere, tra i propri associati, l’utilizzo degli indici elaborati sul sistema base nei contratti che verranno stipulati per l’acquisto di latte.

Per quanto riguarda i 25 milioni di euro previsti per il settore zootecnico dall’intervento straordinario europeo, il Ministro Maurizio Martina ha firmato il decreto per la ripartizione degli aiuti diretti alle imprese di allevamento per il latte prodotto e commercializzato nei mesi di dicembre 2015, gennaio e febbraio 2016. L’impatto stimato della misura è di 1 centesimo per litro di latte venduto alla stalla. Il decreto è stato già trasmesso ad Agea per l’erogazione dei contributi a circa 36 mila allevatori.
Al tavolo la Grande distribuzione ha presentato un programma delle attività di promozione straordinaria dei prodotti lattiero caseari italiani, che sarà caratterizzata dall’utilizzo di un marchio che consenta di individuare in maniera chiara e omogenea i prodotti lattiero caseari di origine 100% italiana sugli scaffali.

“Continuiamo a lavorare concretamente – ha detto il Ministro Maurizio Martina – per sostenere tutto il sistema lattiero caseario italiano. Dopo l’accordo di novembre, siamo passati alla fase operativa, mantenendo gli impegni presi per interventi strutturali, a partire dalla definizione del meccanismo di indicizzazione del prezzo. Un punto centrale, atteso da anni, per tutelare meglio il reddito dei nostri allevatori, tenendo in considerazione parametri reali come i costi di produzione. La collaborazione tra le componenti della filiera va avanti e può diventare un fattore determinante per la ripresa del settore. Ora sarà importante applicare le decisioni prese e rispettare la durata minima dei contratti che deve essere di almeno un anno. Sul fronte degli aiuti europei, ho firmato il decreto di ripartizione dei 25 milioni di euro che Agea provvederà a erogare già dalle prossime giornate. C’è tanto da fare, ma stiamo gettando le basi per rendere più competitivo questo comparto strategico. Al primo posto viene la giusta remunerazione del lavoro dei nostri allevatori”.

IL MECCANISMO DI INDICIZZAZIONE DEL PREZZO DEL LATTE

Il sistema base elaborato da Ismea prende in considerazione 4 gruppi di riferimento selezionati:
1- prodotti a medio-bassa stagionatura (Provolone Val Padana fresco e maturo, Mozzarella, Gorgonzola, Italico)
2- prodotti a elevata stagionatura (Parmigiano Reggiano e Grana Padano in vari gradi di stagionatura)
3- prodotti esteri (Latte scremato in polvere Francia, Oceania e Germania, Edamer Germania, Latte intero in polvere Germania)
4- input di produzione (mais, farina di soia, sorgo, crusche, farinacci).

All’interno delle 4 componenti sono stati scelti i primi 5 prodotti con il coefficiente più alto, per un totale di 20 prodotti. L’ampiezza dei panieri e la loro articolazione rappresenta un elemento importante in termini di stabilità dell’indicatore in quanto evita che fluttuazioni impreviste o indotte di singoli componenti possano determinare variazioni consistenti.

Il sistema individuato è:
oggettivo, in quanto elaborato attraverso l’applicazione di tecniche statistiche che escludono ogni criterio di soggettività nella scelta dei parametri di ponderazione e dei prodotti che compongono i singoli componenti;
affidabile, perché costruito attraverso l’individuazione di fonti non influenzabili dalle parti in causa; con un aggiornamento dei dati immediato (il mese successivo a quello di riferimento) e continuativo;
articolato, in modo da comprendere tutte le variabili in grado di influire su costi di produzione del latte e i suoi derivati e sufficientemente complesso da non subire “shock” da parte di fluttuazioni repentine e improvvise di prezzi puntuali.
neutrale, in quanto elaborato e implementato da una parte terza al sistema di contrattazione;
trasparente, in termini di disponibilità dei dati di partenza, delle elaborazioni e dell’indice stesso.

La metodica individuata viene definita oggettiva, affidabile, articolata, neutrale e trasparente. Il problema è che volutamente sia dal comunicato del Ministero, sia dai comunicati dei quotidiani amici, sia dai presenti, nulla è trapelato relativamente al peso percentuale di ciascuna voce sull’intero paniere.
Una elevata incidenza (circa il 20%) sul paniere della terza voce, ossia i prezzi del latte straniero, ha indubbiamente effetti negativi sul prezzo finale del latte italiano.
Il relegamento ed il contenimento degli “input di produzione” al mais ed alla soia senza considerare gli altri pesanti costi produttivi come per esempio quello del gasolio agricolo, indica chiaramente che l’incontro è stato particolarmente fruttuoso per gli “amici” industriali. I costi delle nostre Aziende sono particolarmente diversi, sia in termini quantitativi che qualitativi, dai costi di una Azienda lituana o romena; la non considerazione di questa situazione ci risulta insensata ed assolutamente illogica.
La tempistica repentina con cui si è realizzato l’incontro lascia veramente sconcertati; un chiaro messaggio di sfida politica alla Regione Lombardia, prima produttrice di latte in Italia? Invece di pensare a risolvere i reali problemi dei nostri allevatori si pensa solo all’interesse dell’Industria e della GDO, ovviamente con il silenzio – assenso dei sindacati oramai lontani dai propri associati.
Abbiamo il forte presentimento che dietro a questo progetto ci sia la precisa volontà di una programmazione scientifica di chiusura di molti allevamenti per contenere rapidamente la produzione di almeno il 30% nei prossimi tre anni; ovviamente auspichiamo che i nostri timori siano sonoramente smentiti. 
Di certo una cosa è certa: il pesce, pardon il latte, puzza dalla testa!

Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra