Gozzoli accende la #spina a Confagricoltura

Gozzoli accende la #spina a Confagricoltura

Pubblichiamo l’intervista integrale rilasciata dal Presidente di Insieme per la Terra Dr. Nicola Gozzoli alla Gazzetta di Mantova, quotidiano più antico d’Italia, pubblicata in sintesi in data odierna.
Condivide l’intervista del Presidente di Confagricoltura Lombardia Matteo Lasagna?

Sinceramente non condivido assolutamente questa posizione, anzi trovo l’intervista sconcertante.
Cosa non la convince?
Quando non ci sono contenuti e proposte ci si limita a parlare usando le parole chiave “innovazione tecnologica” e “internazionalizzazione”. Probabilmente Lasagna omette il fatto che le nostre Aziende Agricole hanno già spinto negli anni passati nell’incrementare la propria tecnologia ma che adesso, in assenza di guadagni, non ci sono risorse finanziarie per nessun tipo di investimenti. Solo nel caso in cui ci fossero entrate diverse all’attività agricola, come rendite finanziarie o congrui redditi sindacali, sono possibili miglioramenti in termini di investimenti strutturali, meccanici, informatici, tecnologici.
La selezione naturale delle imprese non le sembra inevitabile?
Le Imprese muoiono perché non c’è più redditività. La Confagricoltura, come altre sindacali, non hanno avanzato alcuna proposta per il sostegno dei prezzi dei prodotti agricoli. Se chiudono le Aziende Agricole, piccole o grandi che siano, vengono a mancare i custodi del territorio, con le relative conseguenze ambientali e sociali. E’ palese ed evidente che a molti dirigenti sindacali non interessa assolutamente ne il socio ne il settore primario che rappresentano.
Anche voi chiedete la revisione della Pac?
No, la nostra no profit chiede l’abolizione della Pac e di qualsiasi contributo pubblico. Questi meccanismi, usati per ricattare gli agricoltori, servono unicamente ad alimentare un plotone di impiegati e di dirigenti italiani ed europei. La remunerazione delle nostre Aziende deve avvenire grazie alla vendita dei propri prodotti, non alla svendita a favore dei soliti industriali e della Grande Distribuzione Organizzata.
Punto focale è il prezzo. Come?
Per esempio modificare i regolamenti delle quotazioni dei prodotti agricoli; in caso di mancato accordo tra le parti dovrà intervenire un funzionario ministeriale che fisserà un prezzo non inferiore ai costi di produzione stabiliti da Ismea incrementati del 50%. Auspicabile sarebbe vietare espressamente che nello stesso sito produttivo possano essere ottenuti prodotti certificati, es. i Dop, e prodotti similari così da evitare la concorrenza sleale sul latte e sul formaggio. Pensare magari ad effettuare analisi sui prodotti agricoli stranieri, oltre a quelli venduti sugli scaffali, di risonanza magnetica nucleare così da accertare l’assenza di sostanze da noi vietate e di frodi.
In cosa consiste per lei la trasparenza sindacale?
Invece di declassare le problematiche dei propri associati come lamentele inutili e pretestuose sarebbe opportuno che tutto il mondo sindacale realizzasse una grande operazione di trasparenza pubblica attraverso la pubblicazione di tutti gli stipendi dei dirigenti. Oramai sono tramontati quei tempi dove ai soci si raccontavano le favole, ora bisogna assumersi le proprie responsabilità con fatti ed iniziative reali e che portino benefici al settore.

Mauro Cappuccio
Segretario Generale
Insieme per la Terra