Tag Archives: Confagricoltura

Nel silenzio più totale dei media e dei sindacati agricoli (e non!) italiani è stata approvato uno slittamento del pagamento delle pensioni al secondo giorno lavorativo del mese in corso. Giusto per fare i conti della serva vi invitiamo a prendere un qualsiasi calendario del 2018 per fare quattro calcoli così da capire l’incidenza reale di questo provvedimento voluto dal Governo Gentiloni (PD & C.). Risultato finale? 20 giorni ! Avete capito bene. Il Governo, con voto parlamentare, ha sottratto, a tutti i correntisti postali, 20 giorni di valuta dalle mani dei nostri malcapitati pensionati. I nostri amati politici, persone con stipendi altamente ragguardevoli, hanno sottratto al ceto più debole della società, generalmente con diverse necessità sanitarie, un diritto maturato dopo anni di duro lavoro. Ma scusate, avete visto e/o sentito manifestazioni sindacali al riguardo? Assolutamente no, giusto per obbedire all’amico occupato in una vitale riconferma politica in campagna elettorale.…

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Pensatela come volete ma noi riteniamo che gli agricoltori e i pescatori non si meritino di andare in pensione a 67 anni, o peggio a 70. Sicuramente starete pensando che vogliamo difendere degli interessi di parte ma, se anche fosse, riteniamo folle pensare che la dura vita dei campi e in mare possa essere trattata con tanta leggerezza. Non esistono ferie, non esistono orari certi, non esistono feste; condizioni di vita quotidiana assolutamente diverse da quelle percepite dalla comoda scrivania dei nostri politici. Ieri l’incontro con il Governo per esclusione dall’aumento dell’età pensionabile dei lavoratori che svolgono mansioni gravose ed usuranti; presenti le solite sindacali CGIL, CISL, UIL ma non quelle agricole. Che fine hanno fatto la Coldiretti, la Confagricoltura e la Cia? E’ un argomento che non considerano degno di nota o addirittura non interessa? I nostri agricoltori e i nostri pescatori oramai sono stati lasciati soli, ne abbiamo…

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Diteci la verità. Quanti di voi seduti davanti all’impiegato CAA si è sentito dire che la commissione per la propria pratica PAC doveva essere pagata anticipatamente? “Sig. Rossi la nostra competenza va pagata in anticipo”, “guardi Rossi per lei faccio un’eccezione inviando la pratica adesso in Regione ma le raccomando di portarmi i soldi così da evitare un richiamo dalla sede” oppure “Signor Rossi, se lei non paga anticipatamente ho delle difficoltà a inserirla”. Vi suonano già sentite queste frasi? Coldiretti, Confagricoltura e Cia non solo chiedono al proprio associato una competenza calcolata a percentuale sul probabile premio percepito ma la chiedono anche anticipatamente. Se non fosse così come sarebbe possibile mantenere in piedi la poderosa macchina politico sindacale, ricca di privilegi e premi? Altri CAA minori, presenti nel Belpaese, non solo rifiutano la commissione anticipata ma addirittura vanno a forfait, non a percentuale. Spesso in questi CAA, meno famosi…

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A leggere certi post su Facebook ti verrebbe da ridere (o piangere a seconda dell’occasione!) se non fosse che l’autore è un Ministro della Repubblica italiana. A ci mi sto riferendo? Ovviamente a Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole. “In queste settimane ci siamo confrontati con organizzazioni agricole, Regioni, produttori sulle prospettive di riforma della politica agricola europea. A 60 anni dai Trattati di Roma è necessario rilanciare l’idea di un’Europa più forte e più vicina ai suoi cittadini, anche partendo dall’agricoltura. Abbiamo voluto così inviare formalmente al Commissario europeo Phil Hogan un primo documento indicando le priorità italiane nella discussione sulla nuova Pac post 2020.“ Leggere di questa forte propensione al dialogo da un Ministro spesso assente alle riunioni con gli assessori regionali italiani oltre, ovviamente, ai tavoli europei direi che ha proprio del tragicomico. Sarebbe interessante sapere con quali produttori il Ministro si sia confrontato visto la sua…

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Martina sapeva. Coldiretti sapeva. Confagricoltura sapeva. Tutti zitti come in una totale omertà, giusto per manipolare l’opinione degli allevatori e l’opinione pubblica. Ogni giorno che passa assistiamo agli annunci del Ministro Martina che, poi, vengono puntualmente smentiti o smascherati per quello che sono: bugie, solo bugie. Avevamo annunciato che il decreto sull’etichettatura lattiero casearia non avrebbe sortito alcun effetto sulla produzione, ad eccezione, ovviamente, per i media filo governativi che hanno costruito spot elettorali di primo livello. L’articolo analitico del Dr. Attilio Barbieri, pubblicato su www.italiainprimapagina.it, mostra chiaramente l’assurdità dell’attività di Via XX Settembre, spostata radicalmente a favore del mondo industriale. Il 19 aprile entra in vigore il nuovo decreto sull’etichettatura d’origine per latte, yogurt e formaggi. Una svolta per l’agroalimentare italiano: così, almeno, pensavamo un po’ tutti. Finalmente i consumatori potranno scegliere i prodotti lattiero caseari veramente made in Italy sugli scaffali dei supermercati. Ebbene, non sarà così. E…

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Anche questa volta è il caso di dire: è già passato un anno ? Cosa è cambiato ? Ebbene si, alla fiera di Cremona di un anno fa molti allevatori si sono autoconvocati perchè stanchi dell’inattività delle sindacali agricole. Ieri si è appena conclusa la fiera della Città delle 3T, manifestazione manifestazione italiana ormai dimessa, come una nobile decaduta. L’abilità nella gestione di allevatori inferociti da parte delle sindacali dimostra ancora una volta come l’esperienza pluridecennale è stata utile per sedare il tutto. Come se nulla fosse il Presidente Coldiretti Lombardia Ettore Prandini ed il Presidente Confagricoltura Lombardia Matteo Lasagna hanno promesso iniziative parlamentari come l’impossibilità della giacenza contemporanea e della lavorazione di latte straniero e italiano nello stesso stabilimento. Cosa è stato effettivamente realizzato ? Nulla ! Nulla è mai stato depositato in Commissione Agricoltura alla Camera ed al Senato. Tanto fumo per stoppare ogni rivolta anti sindacale. Coldiretti…

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Lo avevano promesso solennemente davanti ai giornalisti nell’incontro tenutosi a metà aprile al Centro Commerciale Ipercoop “La Favorita” a Mantova. “Useremo solo latte italiano“, “aiuteremo i nostri allevatori“, “la Coop Italia sosterrà il settore“, “è un giusto riconoscimento del lavoro fatto quotidianamente dai nostri allevatori” sono solo una parte di quanto dichiarato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dal Presidente Coop Italia Dr. Marco Pedroni, ovviamente alla presenza di tutti i sindacalisti vip. Eppure, dopo oltre cinque mesi, l’etichetta del latte UHT a marchio Coop, intero, scremato e parzialmente scremato riporta ancora l’indicazione di produzione del Paese austriaco. Ma come, le promesse fatte dove sono andate a finire? Nello scantinato o in soffitta? La cosa più sconcertante, per non dire indecente, è che il Ministro Martina, Coldiretti e Confagricoltura non abbiano detto in questi mesi una parola sull’accaduto, nemmeno una parvenza di interessamento! A cosa è dovuto questo…

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Vi ricordate quando Don Camillo davanti al Pretore, per scagionare Peppone dal reato di furto delle galline, disse che i comunisti fanno finta di litigare di giorno con i cattolici per poi andare in chiesa di notte? Questo è quello che succede tra le sindacali agricole e i noti industriali del latte. Di giorno fanno finta di litigare con manifestazioni, dichiarazioni, apparizioni TV, per poi andare a braccetto per condividere interessi comuni. In politica si userebbe la parola “inciucio“. Poche ore fa Coldiretti, Confagricoltura e Cia hanno modificato il prezzo latte minimo garantito indicato nel contratto sottoscritto con Italatte a marzo 2016; per i mesi settembre ed ottobre è stato previsto un prezzo di 32 cent/litro, per novembre 33 cent/litro, per dicembre 34 cent/litro. Il contratto sottoscritto a marzo dalle sindacali prevedeva si la durata di un anno, ma dimenticava (guarda caso!) un aggiornamento periodico del prezzo pagato dagli industriali,…

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Si sa la protesta agricola è assolutamente intermittente. Da ottobre a febbraio potete vedere gli agricoltori e gli allevatori a manifestare in piazza, a far presidi ai caselli autostradali e/o in riunioni interminabili con o senza le associazioni di categoria. I sindacati, che ben conoscono questa realtà, sanno ben usare e sfruttare questi comportamenti ovviamente a proprio vantaggio; bastano promesse vaghe, bastano finte proposte di settore, bastano tanti sorrisi e faccia tosta per “zuccherare” il clima avvelenato del momento. Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri sanno benissimo che una volta superata la data del 30 di settembre in Lombardia o il 30 di ottobre nel resto della penisola non potrà essere data disdetta da parte dell’associato di turno. E il gioco è fatto! Il duro lavoro estivo, l’impegno quotidiano necessario nell’allevamento, l’intermittenza del sostegno alla protesta dei Mass Media oramai vicini alle sindacali, permettono di spegnere ogni focolaio acceso nel Belpaese.…

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Come avevamo abbondantemente anticipato da tempo il Ministro Martina ha finalmente svelato la bozza di intervento a sostegno degli allevatori italiani. Non parliamo di una riforma strutturale, cosa assai sconosciuta sia a Roma che a Bruxelles, ma di un contentino tanto per comprare temporaneamente il silenzio degli allevatori. L’Informatore Agrario riporta così la notizia: Gli incentivi agli allevatori europei per tagliare o sospendere la produzione dovrebbero essere di 14, forse 15 centesimi di euro per kg di latte prodotto, come chiesto dai rappresentanti dei produttori tedeschi. Questo è uno dei primi dettagli che emergono dalla discussione in corso a Bruxelles tra esperti della Commissione europea e dei Paesi membri sui dettagli del piano di aiuti straordinario da 500 milioni di euro per l’allevamento annunciato il 18 luglio. Ci vorrà però un altro incontro, fissato il 25 agosto, per approvare definitivamente le misure. Il pacchetto proposto dal commissario all’agricoltura Phil Hogan…

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