Il #latte UHT Coop è “Made in Austria”. Ciao ciao #Italia !
Lo avevano promesso solennemente davanti ai giornalisti nell’incontro tenutosi a metà aprile al Centro Commerciale Ipercoop “La Favorita” a Mantova. “Useremo solo latte italiano“, “aiuteremo i nostri allevatori“, “la Coop Italia sosterrà il settore“, “è un giusto riconoscimento del lavoro fatto quotidianamente dai nostri allevatori” sono solo una parte di quanto dichiarato dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dal Presidente Coop Italia Dr. Marco Pedroni, ovviamente alla presenza di tutti i sindacalisti vip. Eppure, dopo oltre cinque mesi, l’etichetta del latte UHT a marchio Coop, intero, scremato e parzialmente scremato riporta ancora l’indicazione di produzione del Paese austriaco. Ma come, le promesse fatte dove sono andate a finire? Nello scantinato o in soffitta? La cosa più sconcertante, per non dire indecente, è che il Ministro Martina, Coldiretti e Confagricoltura non abbiano detto in questi mesi una parola sull’accaduto, nemmeno una parvenza di interessamento! A cosa è dovuto questo…
I consigli di Matteo: #Bio a tutti i costi !
Siamo davvero sicuri che dietro “l’etichetta BIO” ci sia sempre qualcosa di buono, salutare e sano? Acquistare farina 00 BIO, pasta BIO, riso bianco BIO ecc.. non ha molto senso considerando che i tegumenti esterni del frumento (quelli che assorbono maggiormente i pesticidi) sono rimossi nel processo di raffinazione. Con questo non voglio dire che la scelta di acquistare biologico sia scorretta, anzi, io preferisco orientare i miei interlocutori al BIO, considerando anche il valore che ha tale scelta in termini di eco-sostenibilità, preservazione delle acque sotterranee superficiali (falde freatiche) ecc.. Quindi si al BIO, soprattutto se parliamo di cereali integrali, frutta e verdura. P.S. Credo sia opportuno limitare il consumo di cereali raffinati, inserendoli magari al post allenamento. Dr. Matteo Pincella
La #barzelletta dell’#etichettatura europea
Continuano le barzellette sull’indicazione di origine indicata in etichetta. Appelli, buone intenzione, promesse su promesse ma dopo anni nessun risultato concreto da parte dei nostri Eurodeputati. Incredibile la carrellata di appelli e indignazioni relativamente al falso Made in Italy della situazione, ma nessuno fa qualcosa di concreto. Sorge spontanea una domanda: ma è mai possibile che le sindacali e le nostre forze politiche non riescano a fare un lavoro di squadra? BRUXELLES – Nuovo appello dell’Europarlamento alla Commissione europea per l’introduzione dell’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i prodotti alimentari a base di carne, ma anche latte e prodotti caseari. L’Assemblea di Strasburgo ha approvato in questo senso una risoluzione, non vincolante, con 422 voti a favore, 159 contrari e 68 astensioni, chiedendo di valutare lo stesso obbligo anche per i prodotti ‘monoingrediente’ come passata di pomodoro, zucchero o riso, e per gli ingredienti che costituiscono piu’ del 50% di…
Boom del miele taroccato, il 50% è #straniero
Lo spaccato del prodotto agroalimentare straniero fatto passare come italiano non ha risparmiato il miele. Il quadro descritto dall’articolo di Repubblica lascia allibiti. MILANO – Siamo abituati a vedere ormai una quantità enorme di prodotti etichettati come “Made in China”. Se si tratta di elettronica, componentistica, abbigliamento è una dicitura che ci suona ormai come familiare. Ma è un po’ più difficile ammettere che un barattolo di miele su due in vendita in Italia è stato in realtà prodotto all’estero, per effetto del record nelle importazioni che hanno raggiunto la quantità di 23,5 milioni di chili nel 2015, con un aumento dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. E in questo panorama, emerge una vera invasione con gli arrivi che nel 2015 hanno raggiunto il massimo di sempre e provengono principalmente dall’Ungheria con 7,4 milioni di chili, seguita dalla Cina con 4,8 milioni di chili, quasi il doppio rispetto allo scorso…