Latte di soia: le bugie di Prandini, l’inesistenza di una seria politica agricola italiana

Latte di soia: le bugie di Prandini, l’inesistenza di una seria politica agricola italiana

Sicuramente vi starete domandando cosa accomuna il latte di soia, Ettore Prandini e la politica agricola italiana. Iniziamo con ordine, giusto per non dare alibi ai soliti provocatori.

Pochi giorni fa, come tutti sapete, la Corte di Giustizia UE ha sentenziato che non è possibile utilizzare la dicitura “latte di soia” o “latte di riso” in quanto si può definire “latte” solo quei prodotti di origine animale, evitando in questo modo di indurre il consumatore in confusione.

Dopo solo poche ore dalla sentenza, ampiamente pubblicata sui media, Ettore Prandini attuale Presidente Regione Lombardia della Coldiretti (con uno stipendio modesto di circa “soli” 325.000 euro/annuo) e candidato alla Presidenza Nazionale (con uno stipendio di “soli” 1.000.000 euro/annuo), si è attribuito il merito di questa sentenza storica, dichiarando a Il Punto Coldiretti:
Una vittoria della Coldiretti che da anni porta avanti questa battaglia contro le indicazioni scorrette e fuorvianti con l’atteso stop al latte che deve ora estendersi anche alla carne e derivati, dalla bresaola alla mortadella fino alla fiorentina venduti impropriamente in Europa come vegan – spiega Ettore Prandini, Vice Presidente Nazionale di Coldiretti. – Dalla Corte Europea è giunta finalmente una risposta alle nostre sollecitazioni ma è chiaro che questo è solo un primo passo. Adesso bisogna rendere trasparente l’informazione anche su tutti gli altri prodotti vegan che utilizzano denominazioni o illustrazioni che rimandano o in qualche modo ricordano l’utilizzo di carne, uova o altri derivati animali con cui in realtà non hanno nulla a che fare. È una questione di coerenza e di onestà nei confronti sia dei consumatori sia dei produttori”.
Giusto per riprendere il tema della “coerenza” e “dell’onestà” sarebbe il caso di ricordare al Presidente Prandini che la sentenza della Corte di Giustizia UE è legata ad una situazione tedesca, non italiana. La Gazzetta di Mantova, quotidiano più antico d’Italia, cita:”Il caso si è riaperto in Germania per via del contenzioso tra una società che produce e distribuisce alimenti vegetariani e vegani, la TofuTown, e un’associazione che si batte contro la concorrenza sleale, il Verband Sozialer Wettbewerb.
Deformare la realtà per uso politico oramai è prassi comune in Coldiretti, specie dei suoi massimi dirigenti in corsa per una poltrona nazionale (con i relativi benefict!). La cosa certa è che sarebbe utile togliere gli specchi dai bagni di Palazzo Rospigliosi, sede nazionale di Coldiretti, così da evitare riflessi di coscienza.

Alcuni tedeschi hanno tutelato i loro prodotti a base di latte andando per vie legali nazionali e poi UE. Dopo aver letto gli articoli dei vari quotidiani trattanti questa sentenza viene spontaneo domandarsi del perchè il Ministero delle Politiche Agricole, il Ministro di turno (a partire da Martina!), la Commissione Agricoltura, i politici nostrani non abbiamo mai percorso questa strada legale per difendere le innumerevoli eccellenze enogastronomiche italiane. Bastava fare gioco di squadra per sostenere le nostre aziende e quindi l’occupazione locale. Invece come sempre vige il totale menefreghismo misto all’incapacità perenne.

Vi ricordate quando ci dicevano “ce lo chiede l’Europa” o “l’Europa non vuole”? Bugie su bugie. Le cose si possono fare, basta avere dei referenti italiani seri. L’importante è lasciare le cose come sono così da aiutare gli amici industriali, ancora più amici in prossimità delle costosissime campagne elettorali.

Dr. Nicola Gozzoli
Presidente Insieme per la Terra