Author Archives: Nicola Gozzoli

Pubblichiamo la versione integrale della lettera inviata a tutti i Sindaci dei Comuni della Provincia di Verona. A seguito dell’incontro organizzato da Azione Rurale del 23 ottobre 2015 tenutosi presso l’Auditorium di Cerea (Verona), cui Lei era stato invitato sia via PEC sia attraverso mail, desideriamo informarla che vi hanno partecipato circa 200 persone e 10 relatori tra cui 5 Sindaci, provenienti dai Comuni di Verona, Angiari, Bonavigo, Cerea, Gazzo Veronese. Il dibattito sul futuro del comparto Agricolo ed Artigianale dell’area che comprende 25 comuni della Bassa Veronese, è stato molto proficuo. Si sono evidenziati i problemi strutturali dell’agricoltura locale e la desertificazione delle attività artigianali. La conseguente disoccupazione ha creato una situazione potenzialmente esplosiva nel breve periodo se non mettiamo urgentemente mano alla ricostruzione sociale ed economica del territorio. Sono intervenute diverse Associazioni tra cui Comitato No Imu della Marcia del Riscatto, Insieme per la Terra, Istituto di Ricerca Prout.…

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Tutelare il latte italiano è per noi allevatori non una moda o un passatempo ma bensì darci la possibilità di poter pretendere un futuro migliore per noi e per i nostri figli. Il Gruppo Lactalis che detiene la quota maggioritaria di mercato è un Gruppo industriale che preferisce non remunerare la qualità del nostro latte con la conseguenza della chiusura delle nostre stalle, frutto di sacrifici di generazioni di lavoro famigliare. Dal nostro latte, detentore del maggior numero di controlli sanitari nell’UE, nascono derivati d’eccellenza conosciuti in tutto il mondo. Ogni giorno in Italia chiudono tre stalle perchè il prezzo di mercato del latte, deciso da Lactalis, è al di sotto dei costi di produzione (stimati sono attorno ai 10 centesimi al litro superiori al prezzo del latte alla stalla, che attualmente è di circa 32/34 centesimi). Se vuoi difendere la qualità del latte italiano, se vuoi sostenere i nostri…

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Da mesi sia noi che i nostri Amici abbiamo segnalato pubblicamente l’incredibile discrepanza tra il prezzo sullo scaffale di una normale bottiglia di olio extravergine e bottiglie di alcune note Aziende. Dopo il disprezzo ricevuto da alcuni lettori e dopo le accuse insensate di non riuscire a fare i conti in tasca causa incapacità imprenditoriale apprendiamo di importanti indagini di truffa sull’olio spacciato per extravergine. L’articolo de Il Secolo XIX appare non solo sconcertante ma descrive come la multinazionale Deolo possa agire industurbata sul mercato spacciando, grazie ad una buona capacità pubblicitaria, olio straniero per italiano, olio di oliva per extravergine. Olio venduto come «extravergine» che in realtà non lo era. Si trattava di semplice olio d’oliva, meno pregiato e soprattutto meno costoso. Lo ha scoperto la procura di Torino dopo aver fatto analizzare dei campioni di bottiglie prelevate nei supermercati dai carabinieri del Nas dal laboratorio dell’Agenzie delle dogane…

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Cosa succederà domani al tavolo latte organizzato a Roma? Secondo il nostro punto di vista, condivisibile o non condivisibile, opportuno o insensato, reale o falso, la multinazionale Made in France preparerà un piano di lavoro, per rilanciare l’Azienda e “fare le scarpe” agli Allevatoti ed ai consumatori italiani, sviluppato in tre punti chiave: -alla trattativa di domani potrebbero essere offerti un aumento del prezzo del latte di uno o due centesimi al litro basandosi su un contratto con scadenza a gennaio con la promessa di una seconda convocazione. Di fatto questo secondo incontro in realtà verrà rinviato in primavera così che la multinazionale potrà prolungare il proprio business a danno degli allevatori e dei consumatori. Con molta probabilità per Lactis Italia l’anno 2015 rappresenterà un record storico per il fatturato grazie, ovviamente, la pagamento “contenuto” del latte che acquista nel Belpaese. Verranno esclusi qualunque risarcimento per i danni causati dal…

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A leggere il Codice Etico del Gruppo Lactis Italia detentore dei marchi come Galbani, Vallelata, Invernizzi, President, Cademartori, si viene colpiti da brividi quando appare l’evidenza “la volontà di condurre la propria attività con onestà, integrità, trasparenza, ed apertura, nel rispetto dei diritti umani degli interessi dei propri collaboratori”. Da oggi infatti la Galbani ha deciso di interrompere unilateralmente il ritiro del latte dalle stalle italiane perchè infastidita dagli allevatori che da pochi giorni hanno concretizzato un fronte comune manifestando davanti ai propri cancelli. Davanti ad una protesta legittima e civile degli allevatori, l’industria francese risponde con una vera e propria rappresaglia; il potere ricattatorio della Lactis, dato dal mancato ritiro del latte, merce non accumulabile e deperibile, appare offensivo sia nei confronti delle nostre Aziende modello di eccellenza sia nei confronti dei consumatori beffati da un marchio legato alla tradizione nostrana. E’ inevitabile che venga rivisto il prezzo del…

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Pubblichiamo la versione integrale del comunicato diffuso dall’Ufficio Stampa dell’Assessore all’Agricoltura Regione Lombardia Gianni Fava. “La manifestazione di oggi degli allevatori attesta l’impossibilità che avvenga un dialogo tra sordi. L’atteggiamento della dirigenza francese di Lactalis è di chiusura totale, nessuna disponibilità al dialogo, mentre registro una tardiva quanto poco convincente iniziativa del ministro che prevede di incontrare Assolatte. Mi auguro che il ministro si faccia parte diligente al contrario per verificare e valutare le condizioni in Parlamento per una misura straordinaria che riconsegni un asset strategico quale è il latte, e quindi il cibo, nelle mani di un operatore nazionale anche pubblico che possa sostituirsi nel capitale a queste imprese che stanno mettendo a serio rischio la nostra autonomia alimentare, con una politica fatta di importazioni dissennate e mero sfruttamento del buon nome del made in Italy”. Lo ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, denunciando la mancanza di risposte…

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Ad ascoltare gli esperti dell’Organismo Mondiale della Sanità non c’è un alimento che faccia bene alla salute. Nella peggiore delle ipotesi viene il cancro mentre nella migliore ti becchi qualche altra malattia che va dalla carie al diabete, da curabile ad incurabile. Pasta, carne, formaggi, caffè, dolci. La lista degli alimenti “pericolosi” è infinita, allungandosi giorgio dopo giorno. Questi allarmi ingiustificati sono costati al Made in Italy la bellezza di quasi 12 miliardi di euro negli ultimi 15 anni, per effetto del taglio degli acquisti provocato da reazioni ingiustificate. L’impressione, che va a consolidarsi nel tempo, è della nascita ed amplificazione di comportamenti lesivi al nostro sistema agroalimentare particolarmente invidiato e conosciuto in tutto il mondo. Appare sconcertante come la dieta mediterranea, riconosciuta a livello internazionale, sia confusa con diete di altro genere costituite da alimenti completamente diversi; confondere la nostra carne rossa ottenuta senza l’uso degli ormoni con carne…

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Avete mai provato a vivere l’esperienza in Emilia del vino biologico naturale? Eugenio Bonanata, noto giornalista d’inchiesta, vi racconterà con questo articolo uno scorcio enologico di nicchia ma che rappresenta una filosofia di vita radicalmente diversa a quella a cui siamo abituati. E’ pari solo allo 0,5% il vino ‘biologico ‘naturale’ su un 7%, che è invece la quantità totale di biologico prodotto in Italia. Come dire: c’è biologico e biologico. E non è affatto una questione di lana caprina. E’ una questione di sostanza. “Ci siamo fatti condizionare dai lobbisti tedeschi, che partono da uve biologiche, ma poi realizzano vino in modo industriale”. A dirci come stanno le cose è Alberto, che produce Barbera e Malvasia a Varano de’ Melegari (Parma). Il “vero problema”, suggerisce, sta nel “disciplinare del biologico”. Finché ci muoviamo nella vigna, nessun problema. “Tutti noi che facciamo il biologico non usiamo diserbo, né prodotti sistemici…

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Nell’articolo-inchiesta di Eugenio Bonanata pubblicato sulla Marcia del Riscatto viene descritto in modo reale e pungente uno specchio di territorio destinato ad un progressivo abbandono. Altro che d.o.p. “Il 50% delle stalle da latte” da cui proviene il Parmigiano reggiano stanno chiudendo. Dove prima c’era una stalla ogni 100 metri oggi prevalgono ampie distese di deserto. Siamo a Borghetto di Noceto (Parma). Roberto, con le sue 120 mucche in mungitura, produce formaggio certificato bio: 2000 forme l’anno. “La mia salvezza è quella di trattare con i Gruppi di acquisto solidale”. I Gas, per intenderci. “In questo modo io prendo un prezzo congruo – chiarisce – e contemporaneamente il formaggio arriva direttamente sulle tavole delle famiglie, saltando tutti i passaggi intermedi”. Le famiglie acquistano così, oltre al parmigiano, anche un pezzo di sapore che proviene da quel territorio. Roberto può interloquire con i cittadini consumatori e sapere come “sentono” il prodotto…

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Sul palco di Piazza Bocca della Verità a Roma, il team delle persone (tre agricoltori, un giornalista d’inchiesta e il coordinatore del movimento) che hanno condotto la Marcia del Riscatto delle Comunità Rurali 2015, sostenuti da oltre un centinaio di persone d’appoggio, ricapitola i primi numeri dell’esperienza: 36 i giorni di iniziative della Marcia (partita il 25 settembre da Matera), 45 le aree rurali e i comuni del Paese coinvolte, 17 le Regioni direttamente raggiunte e 3 coinvolte da delegazioni del movimento, circa 42 le interviste che documentano lo stato reale dell’agricoltura italiana effettuate, decine i comuni visitati cui sono stati consegnati i documenti e le proposte della Rete dei Municipi rurali, 7.126 i chilometri percorsi in tutta Italia dal Camper. L’ultimo di questi chilometri è stato compiuto da diversi sindaci e da circa cinquecento persone arrivate soprattutto dall’area “calda” della mobilitazione fra Puglia e Basilicata insieme a delegazioni di…

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