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Fidarsi delle multinazionali, qualunque esse siano, è come camminare sul ghiaccio a piedi scalzi. Vi ricordate quando Lactalis aveva promesso, pochi anni fa, di trasformare il sito di Collecchio della Parmalat nel più grande punto di riferimento del latte fresco italiano? Tutte bugie, visto le ultime notizie di trasloco alla borsa di Parigi. Come si fa a fidarsi di questa Azienda francese? MILANO – Pochi giorni fa aveva deciso che il gruppo Parmalat non avrebbe più pubblicato le trimestrali. Ora potrà fare a meno anche della semestrale e del bilancio annuale. Con una operazione che – tutto sommato – era attesa dal mercato, il gruppo francese Lactalis ha annunciato prima dell’apertura dei mercati il “delisting” della società di Collecchio, togliendola così dal listino di Piazza Affari. Tramite la controllata Sofil,la società transalpina di proprietà della famiglia Besnier – già azionisti dell’87,74% di Parmalat – hanno lanciato un’Offerta pubblica di acquisto…

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Da ieri finalmente ha avuto inizio la carnevalata milanese della Coldiretti. A dare l’annuncio dettagliato e preciso è come di consueto Agricolae. Coreografia eccezionale, densa di bandiere e cappellini gialli, pagata con il sudore degli associati. Ospiti di primo livello, forti di dichiarazioni importanti ed inedite. Grande platea costituita principalmente di dipendenti e, in misura contenuta, da agricoltori. L’accoglienza calorosa al premier, densa di fischi e di grida, è stata coperta grazie alla musica da discoteca e dalla voce dell’organizzatore che incitava ad alzare le bandiere e ad applaudire; ovviamente il filmato è stato immediatamente e misteriosamente interrotto. Facciamo il punto ed alcune osservazioni sul decreto interministeriale sull’etichettatura del latte già firmato ed inviato a Bruxelles: –CADE OGGETTO ASSOCIATIVO COLDIRETTI: di fatto è caduto l’oggetto associativo della Coldiretti perchè il Segretario ha trasformato il sindacato in un’organizzazione politica. Gesmundo, l’uomo da almeno un milione di euro annui, che non conosce…

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Le redini del tavolo sul prezzo del latte? Tutto a Milano, parola dell’Assessore Regionale Gianni Fava. Dopo la lettera del Presidente di Insieme per la Terra Dr. Nicola Gozzoli pubblicata ieri mattina, il numero uno dell’agricoltura lombarda rompe il silenzio “romano” per difendere tutti gli allevamenti lombardi ed italiani. (Lnews – Milano, 10 mag) “Si torni a negoziare partendo dal percorso interrotto il 25 luglio scorso. Pensare di risolvere il problema a Roma è sbagliato, serve riportare il tavolo a Milano. Anche gli industriali sono interessati a una tregua sul tema. Ma non possiamo raccontarle a chi produce, servono risposte immediate, visto che non abbiamo strumenti normativi di tutela. Il ministro ha fallito, basta guardarsi attorno, i fatti lo dicono”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, che ieri sera è intervenuto al convegno sulle problematiche del comparto lattiero organizzato nell’ambito della Fiera di Borghetto Lodigiano (Lodi). Appuntamento molto…

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L’Azienda di Collecchio si trova in un vero caos. Dopo i risultati positivi del boicottaggio realizzato dai consumatori forti sostenitori del latte italiano, oltre ad una parte del mondo politico, è la volta della discesa in campo dei lavoratori e degli azionisti di minoranza. I francesi hanno deciso di trasferire la sede legale a Milano tradendo il progetto iniziale promesso al momento della scalata ossia quello di costruire un grande polo del latte fresco a Collecchio. Promesse tradite da chi è abituato a fregarsene dei consumatori. Il Fatto Quotidiano descrive una situazione caotica. La Collecchio del miracolo del latte, culla storica della Parmalat fondata e poi affondata da Calisto Tanzi, quindi rinata durante il commissariamento di Enrico Bondi e poi comprata dai francesi di Lactalis, perderà la sua valenza legale per il gruppo. Nel 2011 l’offerta di del gruppo della famiglia Besnier per l’acquisizione prometteva di trasformare il distretto parmense…

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A dare l’annuncio shock è Il Fatto Quotidiano di mercoledì. Il mito tanto decantato dal Governo Renzi e dal Ministro Maurizio Martina non solo è crollato ma ha lasciato un bel conto da pagare alla collettività. Tutti ad osannare il grande successo di pubblico, tutti a festeggiare. Ora rimangono solo i cocci da raccogliere. Il candidato sindaco di Milano del Pd, Giuseppe Sala, ha un bel dire che non c’è nessun buco Expo. La società che ha gestito l’esposizione universale meneghina ha chiuso il 2015 con un rosso compreso tra 30,6 e 32,6 milioni di euro, a seconda dei risultati finali del recupero crediti. A smentire Sala è lo stesso Sala. O meglio, il consiglio di amministrazione di Expo 2015 da lui guidato, che lo scorso 18 gennaio ha messo nero su bianco la cifra in una relazione che è stata discussa dai soci il 9 febbraio scorso. Dieci giorni…

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