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In occasione della Giornata Mondiale della Terra, iniziativa voluta dalle Nazioni Unite per celebrare l’ambiente e la salvaguardia del pianeta, verrà realizzata nella Città di Cerea una mostra con l’artista di fama internazionale Roberto Corso. L’evento dal titolo “Madre terra ed i suoi alberi … un miracolo da salvaguardare” vedrà la presenza di diverse opere del Maestro che non solo ha fatto del colore la sua vita ma che ha tratto dal colore l’energia necessaria per esprimersi e per rappresentare il mondo rurale italiano. Roberto Corso si è sicuramente affermato in questi anni di grande attività come il maggior colorista italiano vivente; mai ripetitivo o monotono, bensì dinamico ed innovativo. La sua tecnica preferita è la vernice su tela o la vernice su carta; per lui il colore è tutto tanto da dipingere senza disegno sottostante. Chiuso nel suo studio mantovano, immerso nella sua realtà pittorica a qualsiasi ora del…

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Dopo la crisi finanziaria del 2008 è emersa sempre di più la necessità di costruire un punto di riferimento di carattere nazionale, quindi internazionale, slegato dal mondo politico e sindacale, volto alla difesa ed al rilancio di tutto il settore primario italiano. Per alcuni anni sono seguite alcune iniziative a carattere sociale e associativo volte alla valorizzazione delle nostre eccellenze; questo nostro percorso ha preso vigore nel 2015, data di costituzione dell’Associazione Insieme per la Terra. Ma sarà in piena pandemia, nell’estate 2020, che il progetto associativo si è evoluto in una vera e propria Fondazione. Agricoltura, allevamento, pesca, nutrizione, alimentazione, ambiente, territorio, tradizione rurale, condivisione, partecipazione, innovazione, ricerca, Comunità, sono alcune delle parole chiave coltivate in questo Ente no profit, unico del suo genere in Italia. I nostri scopi sono ben precisi: -difendere, tutelare e rilanciare il “Made in Italy” agricolo ed agroalimentare, nei modi ritenuti più idonei ed…

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Mi chiamo Giuseppe Bracone, sono di Orta Nova (Foggia) e voglio raccontare ai lettori quanto sta accadendo nelle nostre campagne. Premetto: dopo un lungo periodo della mia vita trascorsa nella città di Bologna, alle dipendenze di una grande azienda del settore dei trasporti, ottengo quel foglio di via tanto desiderato, il trasferimento nella mia terra d’origine. Felice così di impegnarmi in ciò che ha reso dignitoso il passato di molte famiglie di Capitanata. Ormai da anni, l’agricoltura foggiana è ridotta alla carità. I costi gestionali sono triplicati, mentre le vendite dei prodotti agricoli sono agli stessi livelli remunerativi di quando sono nato io, cioè nel 1984. Il settore cerealicolo risulta quello più beffeggiato; quello orticolo ormai sembra essere capeggiato dal jolly come nelle carte da gioco francesi: se hai un jolly tra le mani vinci, altrimenti devi pagare i debiti. Riguardo alla campagna orticola 2016/17, per quel che si possa…

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Apri una rivista del settore o guardi una trasmissione televisiva e subito ti sale il “sangue” al cervello. Tutti parlano di innovare, sia che parliamo di metodi di lavorazione sia che parliamo di attrezzature utilizzate. Per innovare serve appunto tempo e, sopratutto, grandi risorse economiche. Ma se il prezzo dei nostri prodotti copre (forse) a malapena i costi di produzione come possiamo pensare di affrontare nuovi percorsi? Non è questione di prudenza o di voglia di fare, ma bensì di mancanza di risorse economiche. L’articolo di Roberto Bartolini è sicuramente condivisibile relativamente ad un continuo miglioramento a cui deve essere rivolta l’attività dell’agricoltore, ma del tutto economicamente irrealizzabile sul lato pratico. Dice Carlo Panettieri: «Se non aumentano i prezzi, tutte queste mappature non servono a niente». Ribadisce Nicola Riccardi: «Se continuiamo con questi prezzi, altro che mappature…». Sono solo due commenti al post su Facebook relativo al nostro articolo sui…

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Sebbene le tecniche e le conoscenze del terreno, nonché i macchinari, abbiano subito notevoli evoluzioni e progressi tecnologici evidenti, gli scopi sono rimasti gli stessi fin da quando l’uomo ha iniziato a coltivare il suolo: raggiungimento di un corretto equilibrio fra fase solida, aria ed acqua, formazione di una struttura adeguata allo sviluppo delle radici, interruzione della capillarità superficiale, interramento di concimi ed ammendanti, controllo delle erbe infestanti e interazione con le altre pratiche agronomiche. Generalmente si distinguono due classi di lavorazioni del terreno: principali e secondarie (o di affinamento). L’aratura è sicuramente la tecnica più diffusa e rappresentativa. La terra viene rovesciata, collocando lo strato superficiale, i sarmenti e le malerbe in profondità, mentre gli strati profondi vengono portati in superficie ed esposti all’azione degli agenti atmosferici. In rapporto alla forma dell’aratro, e in particolare del versoio, la fetta terrosa può subire uno sgretolamento più o meno intenso. In…

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Mentre i nostri TG nostrani si contendono il primato della notizia economica con cui si annuncia una vivace ripresa del PIL, pari allo zero e virgola, la produzione dei trattori usati nelle nostre campagne continua inesorabilmente a cadere. Ma si sa il vizio del nostro politico del momento è quello prima di annunciare la ripresa, salvo poi, resosi conto che la realtà numerica è ben diversa, rettificare attribuendo colpe fantasiose a destra o a sinistra, mai su se stessi. L’articolo piccante e provocatorio del Dr. Bartolini da uno spaccato particolare dell’attuale situazione: I dati ufficiali indicano che nel lontano 2006 sono stati 30 mila i trattori immatricolati nel nostro paese, mentre a distanza i dieci anni il 2016 si dovrebbe chiudere con un dato al di sotto delle 18 mila unità. Dunque un calo vistoso delle vendite, pari al -38%. Le cause? La diminuzione dei redditi degli agricoltori, la chiusura…

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La  nostra terra… E’ tempo che noi tutti ci svegliamo dal torpore in cui viviamo da troppi anni e cominciamo a pensare a quanto ci rimane ancora della nostra amata terra. Per quanto continueranno a resistere i nostri contadini, agricoltori, allevatori, prima di perdere tutte le proprie risorse affettive, tramandate da generazioni e man mano sempre più vessate, tassate, inquinate, espropriate, per costruire sempre più , per inquinare sempre più , per distruggere quel poco che ancora ci resta e che ci fa chiamare ancor per poco ahimè “Il bel Paese”. E’ tempo che tutti i cittadini e tutta la popolazione italiana si interroghi su che fine farà la nostra terra, su che fine faremo noi, invasi da popolazioni barbariche e distruttrici, che cosa si possa mai fare per non soccombere, per non vivere con l’ansia, la paura ed i timori che ogni temporale potente, ogni tromba d’aria, ogni manifestazione…

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In un articolo di David Borrelli, portavoce M5S al Parlamento Europeo, dal titolo “Economia circolare: un obiettivo possibile” si parla concretamente del riciclo dei nostri rifiuti. Non vogliamo sembrare i soliti ambientalisti di turno ne darci arie da professori; l’unica cosa che vogliamo fare è dare la possibilità di fare una riflessione seria così da avere una maggiore cura della Terra in cui viviamo e che tanto amiamo. A volte la concretezza è d’obbligo ! Cos’è l’economia circolare? É un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. É trarre il massimo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti. É un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro. Lo sviluppo delle nostre economie è avvenuto all’insegna del “prendi, produci, usa e getta”, secondo un modello di crescita…

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Cambiare mentalità, cambiare impostazione lavorativa, cambiare la nostra vita quotidiana. Tutto è possibile per noi giovani agricoltori che crediamo nell’uso delle tecnologie. Mettersi in discussione per migliorarsi e per migliorare il lavoro a cui abbiamo dedicato tempo e passione. Le linee tracciate dall’articolo di Giampaolo Colletti guardano senza esitazione al futuro. Lavorare la terra con smarphone e tablet. Perché la generazione dei nuovi contadini oggi è sempre più hi-tech. Lo sa bene Francesca Nadalini, 36enne imprenditrice agricola di Sermide, in provincia di Mantova. Il suo lavoro di coltivazione di angurie e zucche mantovane di alta qualità è fatto anche di tanta tecnologia. Grazie al digitale monitora costantemente il grado zuccherino dei meloni, quelli che poi esporta per il 30% in Inghilterra, Francia, Svizzera, Austria, Germania. «Oggi chi lavora la terra deve sapere anche di agronomia, economia, logistica. Tracciabilità e sicurezza alimentare sono alla base del nostro lavoro perché perseguiamo la…

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Riportiamo un articolo preso dal sito ufficiale dell’Assessore Gianni Fava (ecco il link), che sarà di sicuro interesse per le nuove generazioni di imprenditori agricoli. A noi sembra un ottimo modo per recuperare i terreni incolti e/o abbandonati. (Lnews – Milano, 17 dic) La Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, la bozza di regolamento regionale per il funzionamento della ‘Banca della Terra’. Istituita con la legge regionale 30 del 2014, la Banca è finalizzata alla rimessa a coltura delle terre incolte o abbandonate. FINALITA’ – “La Banca della Terra Lombarda – ha spiegato l’assessore Fava – consiste in un inventario pubblico, dei terreni pubblici e privati, che i proprietari o gli aventi diritto dichiarano disponibili per la temporanea assegnazione ai soggetti che ne fanno richiesta, per il riutilizzo a coltura. La Banca è gestita da Regione Lombardia attraverso un sistema informativo accessibile via web, che prevede due sezioni,…

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10/10