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In questi giorni, nelle apparizioni televisive dei maggiori partiti, si sentono continui proclami a difesa del Made in Italy agroalimentare. Invece sappiamo, con nostro profondo disgusto, che PD, Lega e Forza Italia hanno votato in Europa e in Italia a favore dell’importazione dei pomodori africani dal Camerun. La denuncia viene dal Blog delle Stelle: Lega Nord e Forza Italia, assieme al Partito Democratico, hanno votato alla Camera e al Senato la ratifica dell’accordo commerciale suicida firmato dall’Europa con il Camerun. Ecco i documenti che lo provano. (voto Camera, voto Senato). A Pachino – la terra conosciuta in tutto il mondo per i pomodori datterino – si vendono i pomodori Made in Camerun. I partiti ti fregano! Non votarli mai più! Prendo la parola al Parlamento europeo per denunciare le conseguenze nefaste e negative degli accordi di partnenariato economico e dei Trattato di libero scambio. Questa volta con il Camerun. Settimana…

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Apri una rivista del settore o guardi una trasmissione televisiva e subito ti sale il “sangue” al cervello. Tutti parlano di innovare, sia che parliamo di metodi di lavorazione sia che parliamo di attrezzature utilizzate. Per innovare serve appunto tempo e, sopratutto, grandi risorse economiche. Ma se il prezzo dei nostri prodotti copre (forse) a malapena i costi di produzione come possiamo pensare di affrontare nuovi percorsi? Non è questione di prudenza o di voglia di fare, ma bensì di mancanza di risorse economiche. L’articolo di Roberto Bartolini è sicuramente condivisibile relativamente ad un continuo miglioramento a cui deve essere rivolta l’attività dell’agricoltore, ma del tutto economicamente irrealizzabile sul lato pratico. Dice Carlo Panettieri: «Se non aumentano i prezzi, tutte queste mappature non servono a niente». Ribadisce Nicola Riccardi: «Se continuiamo con questi prezzi, altro che mappature…». Sono solo due commenti al post su Facebook relativo al nostro articolo sui…

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Si sa, dove circola denaro arrivano le sindacali agricole italiane. Avete presente quando gli orsi vengano attirati dal miele? Stessa situazione accade anche nei comodi e costosissimi uffici sindacali. La notizia riportata da Il Punto Coldiretti è ricca di spunti, giusti giusti da analizzare nel dettaglio. La riforma della Politica Agricola Comune deve rispondere alle nuove sfide che deve affrontare l’Unione Europea con misure che sappiano valorizzare la distintività territoriale delle produzioni, premiare l’occupazione nelle campagne ed escludere insostenibili rendite. Lo sostiene la Coldiretti in riferimento alla Consultazione pubblica sul futuro della Politica agricola comune (Pac) lanciata dal Commissario Phil Hogan per raccogliere contributi per la definizione delle future priorità della Pac dopo il 2020 che riguardano ben 44 milioni di persone occupate nell’agroalimentare europeo di cui 22 milioni in agricoltura, tra imprenditori e dipendenti. La PAC viene sempre descritta come la riforma del secolo. Non a caso usano parole…

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L’articolo di agroalimentarenews.com offre numerosi spunti economici per analizzare l’andamento dei prezzi a livello internazionale. I prezzi internazionali delle principali materie prime alimentari hanno avuto una leggera flessione a luglio, dopo cinque mesi consecutivi di crescita. L’Indice Fao dei Prezzi Alimentari (FPI) ha segnato una media di 161.9 punti a luglio 2016, calando dello 0,8% (1,3 punti) rispetto al livello di giugno, e dell’ 1,4% rispetto a quello di luglio 2015. Il declino complessivo dell’Indice è dovuto soprattutto al calo delle quotazioni internazionali dei cereali e degli oli vegetali, che hanno più che compensato la stabilità dei prezzi dei prodotti caseari, della carne e dello zucchero. L’Indice Fao dei Prezzi Alimentari è un indice ponderato su base commerciale che misura i prezzi delle cinque principali materie prime alimentari sui mercati internazionali. L’Indice Fao dei prezzi cerealicoli è sceso del 5,6% da Giugno, trainato dal drastico calo dei prezzi del mais…

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Sinceramente questi sono gli articoli che non vorremmo mai leggere. In questi anni siamo stati abituati, dai mass media coldirettiani, a credere nell’esistenza della favola del “Mulino Bianco”, in cui tutti ritornano all’agricoltura e tutti traggono grandi vantaggi economici dal lavoro nel primario. La realtà è come sempre un’altra cosa, basta leggere l’analisi effettuata su Agronotizie, con buona pace degli ottimisti di convenienza. I prezzi dei prodotti agricoli resteranno nell’insieme relativamente bassi nel prossimo decennio. E’ quanto emerge dal Rapporto congiunto Ocse-Fao “Agricultural Outlook” pubblicato il 4 luglio 2016: giunge quindi probabilmente a termine l’attuale periodo di prezzi alti, ma è necessario restare vigili poiché la probabilità di una forte oscillazione dei prezzi rimane alta. I prezzi dei prodotti di origine animale sono tuttavia previsti in crescita rispetto a quelli dei prodotti agricoli. Con il graduale aumento del reddito, specialmente nelle economie emergenti, la domanda di carne, pesce e pollame…

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Noi crediamo fortemente nel nostro Paese, nella nostra storia, nel nostro agroalimentare unico nel mondo, nel Made in Italy insomma, come recita la nostra immagine di copertina e non ci stancheremo mai di gridarlo al mondo! Purtroppo non siamo una Associazione di quelle conosciute che possono permettersi di fare la pubblicità nei programmi sulla RAI o su Canale 5, noi possiamo solo farlo nel modo con il quale ci avete conosciuto: via Internet. Stiamo crescendo ma ancora non ci conoscono in moltissimi, per questo chiediamo sempre più il Vostro aiuto per diffondere il nostro verbo. Ma nel nostro piccolo, in meno di un anno abbiamo fatto molto, ci siamo messi contro i giganti senza paura perchè abbiamo sempre e solo detto la verità. Abbiamo boicottato multinazionali e fatto campagne di sensibilizzazione per prodotti Made in Italy e pro agroalimentare italiano ed al cibo sano sulle nostre tavole, eccovene alcune, le…

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Ammirevole, ironicamente parlando, è il confezionamento chirurgico delle statistiche diffuse periodicamente dalla Coldiretti. Per nascondere e confondere la realtà delle cose vengono presi i numeri del momento ed illustrati con assoluta freddezza. In ogni analisi, sottoposta all’attenzione del lettore del momento, è decurtata la valutazione economica; mai viene affrontata la tematica dei prezzi in campagna. Anche nell’articolo della Gazzetta di Mantova pubblicato due giorni fa appare evidente e, consentitemi, indecente, l’epurazione di ciò che interessa di più ossia il prezzo. Il miglior rimedio contro il caldo e l’afa che si sono abbattute sulla nostra provincia? Bere acqua, questo è ovvio. Ma anche mangiare tanta frutta. E Mantova si conferma territorio in cui la frutta è ben presente dato che, secondo i dati forniti da Coldiretti, quasi il 60% dei frutteti dell’intera regione Lombardia è concentrato nella nostra provincia. Sono 4.864 gli ettari coltivati a frutteto nel nostro territorio, sui 7.859…

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Nella giornata di oggi siamo venuti a conoscenza che la nostra “amata” multinazionale Parmalat sta imponendo prezzi da fame anche in Australia (con l’articolo di Parma Quotidiano); ci siamo voluti documentare un pò più approfonditamente ed abbiamo dovuto ammettere che è tutto vero! Prendiamo l’articolo della Agenzia di stampa ABC australiana (a dire il vero l’articolo è datato Febbraio 2016) ed apprendiamo che il metodo è lo stesso, ovviamente ben collaudato in Italia, perchè non usarlo anche in Australia? “Parmalat is reluctant to discuss it with farmers other than to say, ‘These are the arrangements and you sign or you don’t!’” La frase in se dice già il tipo di approccio monopolista “Parmalat è riluttante a discutere con gli allevatori: ‘Questi sono gli accordi e tu puoi firmarli o meno’” – Se volessimo dare esplicita traduzione: se ti va bene è così, altrimenti è così lo stesso. Poi ancora: “But…

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Ditemi il nome di un prodotto alimentare e vi dimostrerò come le sue quotazioni in campagna sono crollate mentre al supermercato il prezzo sia praticamente stabile o addirittura si sia incrementato. Latte, carne, frutta e verdura; cambia il prodotto ma non la sorte. In un articolo dell’Unione Sarda si parla della situazione dei carcioficoltori del polo Serramanna-Samassi; prodotto straordinario colpito dalla speculazione commerciale indiscriminata. Milioni di capolini restano nei campi, non raccolti a causa del crollo dei prezzi, ma al consumatore un carciofo continua a costare molto, fino a un euro a pezzo. È il paradosso, nemmeno una novità nel panorama della commercializzazione dei prodotti agricoli, che caratterizza il mercato del carciofo sardo del dopo Capodanno. “I mercati sono saturi e il prezzo è crollato”, è il grido dei carcioficoltori del polo Serramanna-Samassi. Da 10 a 15 centesimi per un carciofo della varietà tema, poco di più per uno spinoso…

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Dall’articolo di Agronotizie emergono chiaramente delle situazioni che riflettono l’attuale crisi economica. Il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e analisi dell’economia agraria) ha reso noto i dati 2014 riferiti al mercato fondiario e a quello degli affitti in agricoltura. Analizzando il trend dei prezzi della terra, secondo l’ente, per il terzo anno consecutivo si verifica una flessione del livello dei prezzi, con una lieve contrazione dello 0,6%, tipica di un bene immobiliare che non presenta variazioni annali particolarmente significative. E’ un segnale relativo alle difficoltà attraversate dal mercato fondiario, che non riesce più a generare interesse negli investitori e non trova spinte sufficienti negli imprenditori più dinamici. Stabile il valore medio nazionale della terra, che si conferma intorno ai 20mila euro ad ettaro, con punte decisamente più elevate nelle aree di pianura e nelle zone collinari particolarmente vocate per colture di pregio. Nel 2014 sembra essersi attenuato il…

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