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“E’ primavera, svegliatevi bambine” recitava la canzone Mattinata fiorentina di Alberto Rabagliati negli anni ’50, ma mai così attuale in questi giorni, andrebbe mandata in filodiffusione in tutto il MIPAAF e nei Palazzi delle varie Sindacali che… dormono… Leggendo quello che sta succedendo a Bruxelles sarebbero dovuti correre ed arrivare a Palazzo Berlaymont con la barba lunga, trafelati, urlando se fossero tutti impazziti, ed invece… dormono sereni. Com’è possibile che in estate 2016 l’UE sborsa 150 Milioni di € come sostegno al mancato guadagno, aiutando gli agricoltori e facendo uscire il settore dalla crisi che attanagliava tutto il comparto e poi inizia ad intrecciare un altro accordo di libero mercato con chi? Con la Nuova Zelanda! La memoria evidentemente è corta oppure chi ha messo i soldi in estate scorsa, vuole qualcosa in cambio o sta pretendendo il conto, altrimenti non si capisce perchè si devono creare relazioni di questo genere…

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Oggi leggiamo che il Consorzio del Parmigiano Reggiano, unico a lottare contro le frodi alimentari del prodotto che tutela, ha smascherato e portato in sede stragiudiziale, una trentina (!!) di falsi. Fonte articolo: AGI – Dal Parmessano al Reggianto, tutte le imitazioni del Parmigiano Prendiamo dall’articolo, un estratto di quanto dichiarato dal Presidente del Consorzio, Alessandro Bezzi: “Gli interventi che abbiamo messo in atto rientrano in quell’attività di contrasto ai falsi che ci vede impegnati da molti anni e che negli ultimi 24 mesi abbiamo rafforzato ulteriormente soprattutto nell’ambito dei paesi extraeuropei. Proprio qui non solo si riscontra il maggior numero di quelle che rappresentano autentiche frodi per i consumatori e un danno per i nostri produttori, ma non esistono norme – al contrario di quanto abbiamo ottenuto dalla UE – che impongano alle autorità dei singoli Paesi un intervento drastico e d’ufficio a tutela delle Dop” Allora non siamo solo noi…

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Alcuni TG hanno riportato una novità (si, sono sarcastico), l’Italia sarà obbligata, pena la solita procedura di infrazione, ad alzare l’aliquota IVA dal 4% al 10% su Basilico, Rosmarino e Salvia destinate all’alimentazione. Siccome preferiamo verificare sempre, abbiamo scovato questo Articolo di Legge che Vi riportiamo in parte: Articolo 10 (Modifiche alle aliquote IVA applicabili al basilico, al rosmarino e alla salvia freschi destinati all’alimentazione. Caso EU Pilot 7292/15/TAXU) L’articolo 10 innalza dal 4 al 10 per cento l’aliquota IVA applicabile alle cessioni di piante allo stato vegetativo di basilico, rosmarino e salvia destinate all’alimentazione. La norma è finalizzata alla chiusura del caso EU Pilot 7292/15/TAXU, nell’ambito del quale la Commissione europea ha rilevato l’incompatibilità con l’ordinamento dell’Unione del numero 12-bis) della tabella A, parte II, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633. In base a tale disposizione, alle cessioni in questione viene applicata l’aliquota…

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E’ piacevole ogni tanto leggere belle notizie, quasi a rinfrancarci dopo che ogni giorno riceviamo bastonate da ogni parte. Il capitolo “Lambrusco” (ed a quanto pare anche del Sangiovese) sembra essersi concluso con uno stop su tutta linea, praticamente all’unanimità del Parlamento che ha chiesto all’EU di ritirare ogni ipotesi di liberalizzazione dei nomi e dei vitigni identitari italiani sul territorio europeo. Da questo articolo di Agricolae si evince che il buonsenso e tornato nei palazzi del potere romano, tutta la politica ha votato contro alla liberalizzazione dei vincoli territoriali. Leggiamo: “produrrebbe un notevole danno in termini di competitività e strategie di crescita ai sistemi territoriali che hanno investito nella tutela, nella valorizzazione e nella promozione dei propri patrimoni varietali e della biodiversità”. e “è accertata nella zona emiliana e mantovana da millenni, e appartiene perciò a pieno titolo al patrimonio storico e culturale di questa regione, al punto tale da esserne elemento…

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Si, si certo, lo dicono tutti, a Bruxelles hanno tutti tantissimo da fare, tanto che sono li tutto il giorno a pensare a cosa altro trovare per meglio spendere tutti i ricavi delle centinaia di “procedure di infrazione” che infliggono agli Stati membri di questa Unione (Finanziaria) Europea. Oltre a pagare gli stipendi extralusso dei dipendenti, trovano anche il modo di farsi fare un bell’oggettino su internet con un potentissimo motore di statistica, con raccolta dati proveniente da qualche bel repository Big-Data. Si, so già che state pensando “Ma Cappuccio in che lingua parla? Cos’è sta roba?” Scusatemi mi sono lasciato prendere da qualche termine tecnico del mio quotidiano, ma che vado a spiegarvi in estrema sintesi. In pratica, oggi ero incuriosito dall’articolo di Agricolae del 07/01/2016 che parla dell’ennesima statistica Europeista ed utopistica, che spiega quanto sia bello l’agroalimentare e dalla incredibile fiducia che l’intera Comunità ripone in essa (e…

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Cos’è il “bail-in”? Ne sentiamo molto parlare in questo periodo, ma ancora nessuno ha spiegato con chiarezza, magari senza entrare nel merito della mera parte tecnica (che non sapremmo nemmeno noi spiegare), ma in pratica è l’esatto contrario del “bail-out”, che andiamo a spiegare:   Si ha un “bail-out” quando una società, normalmente privata, viene in un certo modo protetta, o garantita, da un’altra società o ente, generalmente pubblico. E’ il caso del salvataggio delle banche private da parte degli Stati Nazionali. In altre parole, si evita il fallimento di un’azienda privata con i soldi della collettività.   Vien da se, che se non è più lo Stato a garantire per i depositi bancari, vuol dire che è “in” nel senso che la garanzia non viene dall’esterno della Banca, ma proviene dall’interno, quindi dai depositi, dalle obbligazioni verso la Banca stessa e dai titoli in essere. In pratica, se avete…

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